Modena, 1908 – 1981
“Pittura a mezzogiorno” negli anni del dopoguerra.
Dopo un lungo periodo di pittura basata sulla chiara definizione dei volumi, resi attraverso leggibili coordinate spaziali (come indicato nell’Autoritratto del 1937 conservato in questa Raccolta), con le nuove richieste del dopoguerra, al pari di tanti altri, Nereo Annovi avrebbe ridefinito il proprio percorso di ricerca. Nella recensione Pittura contemporanea al Premio Modena. Vernice a Palazzo Ducale pubblicata sulle colonne de “La Rinascita” (1), Francesco Arcangeli esamina le proposte estetiche dell’importante manifestazione artistica che nel 1947 raccoglieva in città protagonisti della scena nazionale e una sezione specifica di partecipanti modenesi. In questo articolo, come anche in un testo successivo, pubblicato nel mese di giugno sulle colonne del “Mondo Europeo” (2), Arcangeli sintetizza la propria lettura della manifestazione, come evento artistico che permette di leggere uno spaccato esaustivo della situazione contemporanea. Una manifestazione libera da rigidi filtri critici: “la scelta del Premio Modena sembra implicitamente affermare che tutte le strade possono condurre alla buona pittura, e cioè alla poesia, quando la personalità dell’artista le sappia batter davvero. È la serenità della buona critica, il senso – mai, come ora necessario – delle proporzioni che hanno guidato la selezione. […] alla mostra modenese troverà rispecchiata con sufficiente fedeltà e interezza le fattezze della pittura italiana contemporanea soprattutto giovanile.” Alcune righe più sotto Arcangeli espone il sunto critico che evince dalla manifestazione: “risulta chiaro come all’ondata ‘neoromantica’ di alcuni anni orsono, si è susseguita una seconda ondata quella che ora va sotto il nome di realismo o ‘neorealismo’ e che insomma è una chiara e programmatica confluenza di fauvismo e cubismo. Alcuni anni orsono le divinità da adorare erano Van Gogh e Gauguin, ora è la volta di Picasso ovvero dell’ultimo Picasso, assunto ormai a mito della civiltà europea” (3). L’esame critico generale che lo studioso compie a proposito della manifestazione ci fornisce il contesto per comprendere l’affermazione che dedica a Nereo Annovi: “Tra i modenesi […] si può ricordare anche l’accanito impegno pittorico di Annovi, purtroppo stretto in una formula eccessivamente modulata su Casorati” (4). Il giudizio di Arcangeli fa riferimento al dipinto di Annovi Cathleen, esposto al Premio Modena, che rappresenta nella carriera dell’artista uno dei primi passi verso l’elaborazione di uno stile autonomo intensamente ricercato dall’artista e conquistato negli anni tra la fine della Seconda Guerra mondiale e i primi anni Cinquanta, quando prende le distanza dalla forma novecentesca che dominava il suo stile negli anni in cui partecipava al Premio Cremona (1939-1941) o eseguiva grandi disegni di tematica bellica e patriottica come L’offerta dell’anello in questa collezione (5). Forse in ideale risposta a Arcangeli, in occasione della presentazione della propria opera alla V Quadriennale di Roma (1948), l’artista stesso spiega che si sente vicino ai modi della pittura di Felice Casorati perché gli permettono di dipingere “il valore della forma, dei piani, dei volumi, ottenuti per mezzo di un colore tonale, non realistico e insomma di quella che può dirsi l’architettura del quadro, in senso peraltro musicale o lirico e non puramente formale” (6). Questa frase di autoanalisi rivela tra le righe la posizione estetica di Annovi, che evidentemente si riconosce in quella seconda ondata, indicata da Arcangeli, che unisce al realismo temi cari al cubismo e ai fauve come le scomposizioni di forme e piani. Dopo l’occasione del Premio Modena Annovi prosegue la sua personale ricerca pittorica esponendo i propri lavori nel dicembre 1948 nella mostra personale Nereo alla Saletta. Nel testo introduttivo Giovanni Cavicchioli sottolinea ancora il tema della ricerca tra colore e architettura del quadro: “Quasi sempre il quadro è dipinto a zone a bande di tinte piatte, non accostate o fuse tonalmente ma giustapposte a mosaico (…) c’è una vigorosa asprezza in queste tinte opache, e nella loro scelta cauta, rigorosa, monocorde” (7). La pittura di Annovi fino al 1950 è dunque caratterizzata anche da una scelta cromatica livida, verde azzurra, molto fredda, di scarsi contrasti. Poi col passaggio del decennio, pur mantenendo un interesse di base per la campitura larga e giustapposta, per la ricerca della struttura architettonica del reale, dichiara al critico Franco Gattolin che il cuore della sua ricerca pittorica allo scadere del decennio è il tema della luce. Gattolin intitola la recensione alla mostra personale del 1951 Pittura a mezzogiorno perché nell’opera dell’artista la tavolozza si accende, di colore contrastato, anche giustapposto in campiture a contrasto complementare. Queste le parole di Gattolin: “Ora quelle note [accese] sono diventate tutto e si equilibrano in sapienti giochi complementari che rifiutano sfumature e giochi di passaggio; sembra superato per Annovi il tempo della mutria, e il sole è ormai per lui a mezzogiorno” (8). La seconda opera di Annovi nella collezione Assicoop è un Ritratto di signora. L’opera è firmata e datata 1951. È un dipinto di fattura assai inconsueta, se pensiamo alle tele esposte alla Biennale di Venezia (Mara, 1948 o Mamma e bimba, 1950) o alle numerose altre eseguite in quei decenni, di cui si è detto fin’ora. Non siamo purtroppo in grado di rintracciare il ritratto nei cataloghi sull’opera dell’artista, tuttavia riconosciamo la pennellata di Annovi nella modalità di dipingere l’incarnato, la medesima che riscontriamo in certi autoritratti come Il pittore (1954) dove il modellato e le discromie della pelle del volto sono il frutto di pennellate a piccoli piani di rifrazione che giocano sul contrasto pallido dei rosa con il bianco e il verde acqua.
NOTE
(1) F. Arcangeli, Pittura contemporanea al Premio Modena. Vernice a Palazzo Ducale, in “La Rinascita”, 13 aprile 1947
(2) F. Arcangeli, Anziani e giovani al ‘Premio Modena’, in “Il mondo europeo”, a. III, 1 giugno 1947 e 15 giugno 1947
(3) F. Arcangeli, Pittura contemporanea al Premio Modena. Vernice a Palazzo Ducale, in “La Rinascita”, 13 aprile 1947
(4) ]F. Arcangeli, Pittura contemporanea al Premio Modena. Vernice a Palazzo Ducale, in “La Rinascita”, 13 aprile 1947
(5) S. Evangelisti, Nereo Annovi: 1908-1981, in Nereo Annovi, catalogo della mostra: Galleria civica, Modena, Sale del Paradisino 1990, Bologna 1990, pp. 7-16
(6) ]M. Fuoco (a cura di), Gli artisti modenesi alla Biennale di Venezia. 1895-1993, prefazione di F. Gualdoni, testimonianza di A. Bonito Oliva Modena Fondazione Cassa di risparmio di Modena, 1993, p. 97
(7) G. Cavicchioli, Nereo alla Saletta, Modena 1948
(8) F. Gattolin, Personale di Nereo Annovi. Pittura a mezzogiorno, in “La Gazzetta di Modena”, 15 febbraio 1951
(Elisa Montecchi, 2013)