Pittura e “neosettecentismo”.
Gli anni che seguono l’unificazione d’Italia portano a importanti mutamenti politici, sociali, artistici e letterari. A subire significativi cambiamenti sono anche i gusti della società, ora segnati dal forte sviluppo della borghesia, nuova classe dirigente. Il mercato del collezionismo è in netta espansione e il ceto borghese tende a ricercare opere gradevoli, di facile comprensione e di piccolo formato, per arredare “abbellendo” il villino di città o l’appartamento di proprietà.
È proprio dalla seconda metà del XIX secolo che si sviluppa il genere “neosettecentista”, attraverso una rappresentazione melodrammatica, otticamente minuziosa del secolo diciottesimo. Gli esempi europei riconosciuti internazionalmente sono quelli del pittore francese Jean-Louis-Ernest Meissonier e dello spagnolo Mariano Fortuny.
Questo tipo di realismo ottico, edulcorato dall’esibizione di stoffe e materiali tra i più vari e preziosi, corrispondeva in pieno al desiderio di affermazione della nascente classe borghese, che cercava conferma del proprio stile di vita, intriso di artificiosità e rispetto delle apparenze. Sarà così in base a un meccanismo di identificazione con la nobiltà settecentesca che si recupererà lo stile francese pre-rivoluzionario o quello napoleonico “Impero” (1). Senz’altro in ambito europeo il merito della diffusione di questa pittura di “genere” si deve anche alle opere letterarie di Théophile Gautier e dei fratelli francesi Edmond e Jules de Goncourt, che descrivevano, avvalendosi di documenti storici, le raffinatezze dell’arte e della società francese del XVIII secolo (2).
Analogamente, il francese Adolphe Goupil, editore e mercante d’arte, contribuirà all’ampia diffusione del gusto settecentesco, mediato da citazioni anticheggianti e orientaleggianti e dai colori sgargianti, attraverso la commissione ad artisti di opere riprodotte poi con procedimenti calcografici in formati diversi. In questo modo venivano soddisfatte le esigenze anche della piccola borghesia, che per le limitate possibilità economiche non avrebbe ancora potuto sostenere l’acquisto di un costoso dipinto (3).
A concorrere con la Maison Goupil troviamo, in Italia, il mercante antiquario fiorentino Luigi Pisani, che nel 1876 aveva aperto anche una filiale romana (4). Fra i protetti di Pisani sarà anche Vittorio Reggianini, ben presto impegnato proprio su soggetti settecenteschi. Reggianini, conoscerà Pisani, grazie al Premio Poletti, in occasione del suo periodo di perfezionamento a Firenze, dopo il 1885 (5). Nonostante facciano parte del suo repertorio anche dipinti di genere religioso, “rustico” e “antichizzante”, quello neosettecentesco costituisce il genere decisamente più frequentato dall’artista, conosciuto per questo anche a livello internazionale. Nelle sue opere destavano particolare ammirazione i colori vivaci, un’elevata abilità tecnica e la perizia nella resa dei particolari; come nel caso dei dipinti di “costume” eseguiti su ordinazione di mercanti anglosassoni, raffiguranti ambientazioni intime e mondane (6). Le opere di Vittorio Reggianini, ben presenti nelle aste inglesi e americane, hanno stime che raggiungono anche le centinaia di migliaia di euro (7). A Modena nel 1897 ebbe grande risonanza sulla stampa locale la vendita ad un collezionista di Monaco di Baviera del dipinto Lettura interrotta (allora esposto all’Istituto di Belle Arti locale), suscitando un breve dibattito sull’opportunità del genere dell’opera (8). L’elenco delle opere di Reggianini relative all’ambito “neosettecentesco” è alquanto numeroso. Nella Raccolta Assicoop, in Purple Lady si ritrae una fanciulla sorridente e dalle gote arrossate, elegantemente vestita, con ampia scollatura, maliziosamente offerta e nascosta nello stesso tempo anche per via di un tendaggio di seta viola. Nel dipinto Lettura di una poesia – venduto da Sotheby’s –Reggianini, con virtuosismo fotografico, ritrae invece un giovinetto, lussuosamente abbigliato, intento a declamare un componimento poetico, attorniato dall’ammirazione di due fanciulle sedute accanto a lui su di un divanetto in stile “Impero”. Altre opere di Reggianini sono oggi conservate al Museo di Mainz in Germania, mentre il piccolo quadro Pleasant News appartiene alla collezione di dipinti del Museum of Fine Arts di Utah in America (9).
Le scene di festa, i momenti di ozio e di svago o di lettura, i ritratti in interni sfarzosi e sfacciati della società elegante caratteristici del “neosettecentismo” hanno avuto largo successo nella classe borghese in ascesa ma non hanno avuto uguale trattamento da buona parte della critica del tempo e contemporanea, per la loro valenza commerciale, narcisistica e frivola. Solo negli ultimi anni si è registrata una maggiore attenzione sul piano storico verso tale genere, come testimoniato da recenti mostre (10).
NOTE
(1) Si veda R. Bossaglia, Modi e ragioni del neosettecentismo nella pittura di Mosè Bianchi, in P. Biscottini (a cura di), Mosè Bianchi e il suo tempo. 1840-1904, catalogo della mostra (Monza), Milano 1987, p. 35.
(2) G. Dadati, Neosettecentismo nei Gouncourt, in F. Cagianelli, D. Matteoni (a cura di), L’Ottocento elegante: arte in Italia nel segno di Fortuny, 1860-1890, catalogo della mostra (Rovigo), Cinisello Balsamo 2011, p. 221.
(3) R. Bigorne, La Maison Goupil & Cie e la borghesia, in P. Serafini (a cura di), Il successo italiano a Parigi negli anni dell’impressionismo: la Maison Goupil, catalogo della mostra (Rovigo), Cinisello Balsamo 2013, p. 57 e ss.
(4) G. Berardi, The Butterfly colors of the spanish-roman school of painting: l’arte alla moda a Roma nella seconda metà dell’Ottocento, in F. Cagianelli, D. Matteoni (a cura di), op. cit., p. 59.
(5) Virelli (scheda), in F. Piccinini, L. Rivi (a cura di), Arte a Modena tra Otto e Novecento, catalogo della mostra, Modena 2008, p. 63.
(6) G. L. Marini (a cura di), Il valore dei dipinti dell’Ottocento e del Primo Novecento, Torino 2012, p. 588.
(7) Ibid.
(8) Un’opera d’arte, in «Il Panaro», 2 ottobre 1897; L. Oberziner, Il nuovo quadro del Reggianini “Lettura interrotta”. Lettera aperta al prof. Luigi Picaglia, in «Il Panaro», 10 ottobre 1897; L. Oberziner, Ancora a proposito del quadro del Reggianini, in «Il Panaro», 16 ottobre 1897.
(9) U. M. Brinkmann Pimentel (a c. di), Italian art at the Utah Museum of Fine Arts. A guide to the collection, Utah 2000, pp.262-264.
(10) Si vedano i cataloghi: F. Cagianelli, D. Matteoni (a cura di), L’ Ottocento elegante: arte in Italia nel segno di Fortuny, 1860-1890, catalogo della mostra (Rovigo), Cinisello Balsamo 2011; P. Serafini (a cura di), Il successo italiano a Parigi negli anni dell’impressionismo: la Maison Goupil, catalogo della mostra (Rovigo), Cinisello Balsamo 2013.
(Eva Ori, 2013)