BARBERINI SILVESTRO

Modena, 1854 – 1916

Fin dagli anni di studio all’Accademia di Belle Arti Silvestro Barberini manifesta propensione sia per la scultura che per la pittura di paesaggio. Segue per tre anni la classe di Scultura e per ben cinque i corsi di Paesaggio guidati prima da Giovanni Susani poi da Mario Di Scovolo (Archivio Storico Comune Modena, Fondo Istituto d’arte A.Venturi, Ruolo Alunni, 1867-1878, b. 175-178). Nel 1875 il giovane Barberini partecipa per la prima volta alla importante mostra della Società d’Incoraggiamento con un paesaggio a olio dal titolo Autunno. La vocazione per il paesaggio cade però necessariamente in secondo piano nel 1877, quando vince la borsa di studio del Pensionato Poletti che gli permette di seguire un perfezionamento in scultura per quattro anni (Archivio Storico del Comune di Modena, Atti di amministrazione, fasc. Eredità Poletti: 1877, b. 883; 1884, b. 10; 1878, b. 905; 1879, b. 926; 1880, b. 948; 1881, b. 968; 1882, b. 990).
Da quel momento Barberini manterrà sempre un doppio registro espressivo, senza mai abbandonare davvero la pittura di paesaggio, anzi presentandosi spesso alle mostre sia con sculture, sia con dipinti. Il paesaggio Scogliera sul mare in Raccolta Assicoop Modena – Unipol rivela modalità stilistiche, legate al dato luministico, poi ugualmente riconoscibili in diverse opere successive. Dagli anni ottanta le nuove idee sulla possibilità di tradurre la luce in pittura circolavano tra artisti vicini a Barberini come Gaetano Bellei o Augusto Valli. Ma l’interesse specifico di Barberini per le nuove tendenze che arrivavano fino alla scomposizione ottica del colore in una pittura sempre più analitica è raccontato dai critici di allora che spendono definizioni come “divisionista o vibrazionista” per il paesaggio Primavera in mostra nel 1895 alla Esposizione del X Triennio della Società d’Incoraggiamento.
Barberini ottiene buone critiche soprattutto con dipinti a olio più tradizionali come Impressioni dal vero (Mostra dell’VIII Triennio della Società d’Incoraggiamento del 1890) che con “la felicità di tono e la verità di sentimento” guadagnano la lode di Matteo Campori, colto amatore d’arte, ma anche il consenso dei più moderati recensori de “Il Panaro”. Barberini tiene una mostra di soli paesaggi nel 1893, e espone dipinti a mostre della Società d’Incoraggiamento nel 1901, nel 1906 e nel 1912.
A fronte delle rare notizie sul catalogo dei paesaggi, possiamo seguire in una cronaca quasi annuale la fortunata carriera di Barberini come scultore.
I quattro anni di perfezionamento del Pensionato Poletti culminano nell’importante gesso Delirium Tremens. Il gruppo rappresenta un miserabile compianto di una donna sul marito in preda al delirio alcolico, che evoca la struttura formale della pietà religiosa con un violento effetto naturalista.
Dopo quell’esito, la scultura di Barberini non produrrà più opere di interesse sociale, attestandosi su un linguaggio più accademico, appena venato di qualche morbidezza sentimentale moderatamente tardo romantica. A Modena dal 1881 Barberini è pienamente inserito nella vita sociale e culturale della città: scrive recensioni su “Il Panaro”, collabora come illustratore e poeta dialettale a giornali umoristici come “Il Marchese Colombi” e “Il Duca Borso” che lo coinvolgono in satire semiserie dagli argomenti più diversi, dalle cronache mondane alle questioni dell’ornato.
Barberini sarà sempre presente alle esposizioni cittadine importanti. Nel 1881 è alla mostra del VI Triennio della Società d’Incoraggiamento con la terracotta Claudio, che invierà con Delirium tremens anche alla Esposizione Emiliana di Bologna nel 1888. Nel 1886 vince una medaglia di bronzo alla Esposizione Agricola Industriale. Nel 1889 ottiene quella d’argento per il busto Dopo Waterloo (1889) alla mostra dell’VIII Triennio. Nel 1895 alla mostra del X Triennio espone il busto in marmo di Carrara Ofelia ora a Modena nella Raccolta d’Arte della Provincia e nel 1897 presenta alla mostra dell’XI Triennio la piccola scultura Pastorella. Nel 1901 è presente alla Esposizione del XII e XIII Triennio con la terracotta Lidia. Nel 1903 partecipa alla Esposizione della Società del Sandrone con una terracotta.
Da subito Barberini si specializza nel genere scultoreo più richiesto del momento, il busto ritratto commemorativo. Esegue il busto in bronzo Ritratto dell’Ingegner Mercier, il progettista della ferrovia Sassuolo-Finale Emilia, inaugurato nell’atrio della stazione di Solara nel giugno 1884. E ancora nel 1895 quelli di Nicola Fabrizi e Manfredo Fanti per il Museo del Risorgimento, nel 1900 quello di Re Vittorio Emanuele II e nel 1911 Ritratto del Generale Cialdini.
Barberini aspira soprattutto a guadagnare le occasioni risonanti della scultura monumentale a destinazione pubblica. Questo è evidente dal gran numero di presenze a concorsi nazionali indetti per la realizzazione di monumenti. Nel 1884 partecipa con bozzetti al concorso per il Monumento a Lazzaro Spallanzani a Scandiano, nel 1893 a quello per il Monumento a Nicola Fabrizi a Modena o ancora nel 1896 al concorso per il Monumento a Manfredo Fanti a Carpi dove ottiene anche buone critiche e una segnalazione.
Numerosi i monumenti realizzati a Modena. Tra il 1887 e il 1889 esegue il Monumento ai Martiri del 1821 e 1831 in piazzale S. Domenico, nel 1894 colloca il Monumento ai Garibaldini sui baluardi della nuova Barriera Garibaldi (Archivio Storico Comune di Modena, Atti amministrativi, 1894, b. 261, proprietà comunali, fasc. 12), nel 1896 completa il Monumento in memoria di Paolo Ferrari nel cimitero di S. Cataldo, il 6 giugno 1897 inaugura il Monumento a Malatesta nello scalone dell’Albergo Arti. Tra il 1896 e il 1905 lavora anche a numerosi sepolcri nel cimitero di S. Cataldo.
Tra il 1894 e il 1897 tiene lezioni alla Scuola Libera del Nudo presso l’Istituto di Belle Arti (Archivio Storico Comune di Modena, Fondo Istituto d’Arte A.Venturi, b. 183, Scuola libera del Nudo a. a. 1894-1895 e 1896-1897). Con il pittore Fermo Forti è nel cantiere del Nuovo Teatro Storchi. Nel 1904 lavora all’atrio della galleria Poletti: sono suoi il basamento del monumento e le parti decorative in marmo, su disegno di Andrea Becchi.
Dal 4 febbraio 1899, nell’ambito dei lavori di sistemazione del Duomo guidati da Tommaso Sandonnini, segue il delicato spostamento del Presepio di Antonio Begarelli intervenendo in alcune parti dello stesso (Archivio Storico Comune di Modena, cassetta Duomo, b. 5, rendiconti, sf. 19, 2 maggio 1900). Barberini sorveglierà i lavori al Presepio anche in occasione dell’ultimo spostamento nel 1914. Nato a Modena il 13 maggio 1854 (Archivio Storico Comune di Modena, Nati 1854, I registro, atto n. 981, del 24 maggio 1854) Barberini muore nella sua città il 21 gennaio 1916 (Archivio Generale Comune di Modena, Settore Servizi Demografici, Archivio dello Stato Civile, parte I, n. 90).

Riferimenti bibliografici: Tosi Bellucci 1881; T., I saggi dei Pensionati…1887; Per l’ornamentazione…1891; Fra quadri e artisti. Profili di artisti I. Silvestro Barberini…1891; Campori 1892; L’esposizione dei bozzetti…1893; Il nuovo Teatro…1895; Gasperini 1896; Barberini 1903; “Muse e… musi”…1903; Ruini 1904; L’arte nei cimiteri…1905; Nota 1931, pp. XIV, 43; Sandonnini 1983, p. 16, 24, 80, 186; Bertuzzi 1990 p. 33 e sgg., 42, 61, 64 n. 2 e 3, p. 70 n. 15-16; Venturi 1991 [1927], p. 32; Bonsanti 1992, p. 141; Martinelli Braglia, Ottocento e Novecento… 1997, p. 245; Cavicchioli, Antonio Begarelli…1999.

(Elisa Montecchi, 2008)