BECCHI ANDREA

Carpi (Modena), 1849 – Modena, 1926

Dagli anni ottanta dell’Ottocento Andrea Becchi è il protagonista indiscusso della decorazione architettonica e della scenografia teatrale a Modena.
Dopo la formazione alla Scuola comunale di Disegno di Carpi – la città dove nasce il 15 novembre 1849 (Archivio Storico Comune di Carpi, Nati e battezzati nella Cattedrale, 1849; Archivio Storico Comune di Carpi, Anagrafe 1874-1911) – frequenta l’Accademia di Belle Arti di Modena dal 1867 (Archivio Storico Comune di Modena, Fondo Istituto d’Arte A.Venturi, Ruolo Alunni, 1867-1868, b. 175), dove segue le lezioni di Ferdinando Manzini. Già dagli anni settanta Becchi collabora con Manzini in cantieri decorativi e scenografie per il Teatro Comunale.
Dopo un soggiorno di due anni a Buenos Aires, dove affresca l’importante chiesa di San Salvatore, Becchi rientra a Modena e diventa il decoratore più richiesto dalla borghesia cittadina. Gli interventi decorativi nelle case di città e nei villini suburbani e in campagna sono tanti. Con Vincenzo Maestri, architetto di sicuro orientamento storicista, Becchi consegue gli esiti più convincenti: come in palazzo Valenti di Corso Canalgrande, dove opera per la decorazione della scala, di vari ambienti interni e del fregio esterno; o come nel palazzo Aggazzotti di via dei Servi. In quest’ultimo edificio, progettato in forme neorinascimentali, Becchi predispone nel porticato una decorazione all’antica, realizzando una prospettiva dipinta e un trompe-l’oeil di grande effetto.
Sono tanti i possibili esempi dell’estro eclettico di Becchi: le stanze pompeiane della Villa Vaccari di S. Agnese; le decorazioni a finto arazzo, boiserie, monocromi e sovrapporte della villa di Luigi Alberto Gandini a Formigine; le grottesche di casa Tosi Bellucci in via Canalino n. 14; lo scalone neobarocco della casa Bortolani, in Corso Canalgrande n. 25; il neorococò delle tre sale nel palazzo del conte Ippolito Bentivoglio, in corso Canalchiaro n. 26. L’artista si propone inoltre in qualità di apparatore per feste in maschera: come quelle, documentate, del 1890 e del 1892 al Teatro Storchi.
Tra il 1886 e il 1887 realizza le scenografie per il Don Carlo di Verdi, ormai in completa autonomia dopo la morte di Manzini, cui succede nel ruolo di scenografo del Teatro Comunale.
Lavora anche come resturatore nel Palazzo Comunale di Modena sugli affreschi di Bartolomeo Schedoni e Ercole dell’Abate nella Sala dei Conservatori o sull’ornato affievolito della cappella di S. Francesco di Paola nella chiesa di S. Barnaba a Modena, decorata da Camillo Crespolani tra il 1838 e il 1840.
Ben presto si aggiudica commissioni pubbliche prestigiose come la decorazione di due sale nell’Albergo Arti destinate ad accogliere la collezione di tessuti Gandini e probabilmente nel Palazzo Comunale progetta la decorazione della Sala Rossa e le pitture nella nicchia dell’Immacolata Concezione che prospetta su Piazza Grande.
Nel 1888 realizza la decorazione con episodi del Vangelo e della vita di san Nicola per la chiesa parrocchiale di Collegarola, vicino Modena. Nel 1892 esegue le decorazioni e gli Episodi della vita di san Lorenzo nella chiesa parrocchiale di Marano sul Panaro.
L’attività frenetica di decoratore alla moda, non distoglie Becchi dal partecipare quasi ogni anno alle esposizioni cittadine. Partecipa a mostre della Società d’Incoraggiamento (1866, 1876, 1878, 1881, 1884, 1890, 1906, 1912, 1918, 1921), alla Mostra d’arte contemporanea modenese del 1887, ma anche alle esposizioni umoristiche, a quelle della Società del Sandrone e a quelle della Società Artistico Filarmonica.
Le sue doti di disegnatore fluido e sintetico (confermate da La figlia di Iefte, Raccolta Assicoop Modena – Unipol) bene si esprimono nella intensa produzione di bozzetti per scenografie teatrali. La sua produzione pittorica rivela per altro verso un sicuro mestiere, apprezzabile ad esempio nelle solide impostazioni prospettiche di vedute come Interno del Duomo (1876, esposto alla mostra della Società d’Incoraggiamento). In opere come Alla Fonte (Carpi, Museo Civico), Becchi manifesta anche un cauto aggiornamento sulle idee contemporanee in fatto di gestione della luce e del colore.
Ma più spesso la produzione da cavalletto di Becchi è collegata strettamente alla attività di decoratore. Si specializza così soprattutto in quei generi che possono trovare una sistemazione organica negli apparati di arredo e nelle boiserie per le case dei suoi committenti borghesi. È il caso della serie di nature morte con zucche, formaggi e vasi di spiccato gusto neoseicentesco che coronano la boiserie dell’appartamento della signora Montanari Masi in Corso Canalchiaro. A quel filone produttivo si collega l’opera Le tre età dell’uomo (Carpi, Museo Civico).
Costretto a rinunciare alla cattedra di Ornato all’Istituto di Belle Arti di Trapani, Becchi si era già fatto promotore del progetto, poi non attuato, di una scuola di scenografia in città. Sfumata la possibilità della cattedra all’Istituto di Modena, assegnata a Alfredo Tartarini, dal dicembre 1891 Becchi ricopre supplenze alla cattedra di Geometria, Prospettiva e Architettura presso l’Istituto e insegna anche alla Scuola serale per gli artigiani. Alla morte di Tartarini, nel 1904, Becchi diventa finalmente professore presso l’Istituto di Belle Arti di Modena. Da tempo Socio dell’Accademia di Belle Arti di Modena, Socio Onorario della Commissione Municipale di Storia Patria e Belle Arti di Carpi, siede nella Commissione Municipale d’Ornato di Modena già dal 1889 e dal 1894 anche in quella per i Monumenti del Camposanto. Il progetto della nuova Galleria Poletti si giova della sua supervisione come assessore delegato ai Musei e alle Belle Arti. Becchi aveva seguito i lavori in ogni aspetto, dal disegno dei partiti decorativi nell’atrio, alla sistemazione architettonica e all’allestimento museale delle opere eseguite dai Pensionati Poletti. Siede nella commissione giudicatrice del Premio Poletti per il concorso di architettura per il quadriennio 1900 – 1903 (Archivio Storico Comune di Modena, Atti di amministrazione, 1899, b. 335, Eredità Poletti; Archivio Storico Comune di Modena, Atti di amministrazione, 1900, b. 353, Eredità Poletti; Archivio Storico Comune di Modena, Atti di amministrazione, 1901, b. 369, Eredità Poletti). Nel 1903 è vice presidente della Società d’Incoraggiamento per gli Artisti della provincia di Modena. Nel 1923 la città di Carpi celebra Becchi con una grande mostra personale nel Castello dei Pio. Il 18 marzo 1926 il conte Calori Cesis dona alla Galleria Estense il dipinto Paesaggio invernale (ora nei depositi Palazzo Coccapani).
Muore a Modena nella casa di Rua Muro il 15 settembre 1926.

Riferimenti bibliografici: Tosi Bellucci 1881; Abbellimenti edilizi…1883; Esposizione d’Arte…1887; Esposizione artistica…1890; Una notte a Massaua…1891; Fra quadri e artisti. Profili di artisti II, Andrea Becchi…1891; La veglia del Sandrone…1894; Testoni 1896; Società…1903; Ruini 1904; Martinelli Braglia 1983 (con bibliografia precedente); Garuti, La Sala Rossa…1984; Garuti, Decoratori…1984; Garuti 1990, p. 139-140; Pagella 1994; Borsari, Insegnare l’arte…1998, p. 82, 84; Raimondi – Zanfi 1999, p. 147-148; Bertuzzi 2000, p. 102, 148; Martinelli Braglia, La decorazione… 2002; Piccinini-Ponzoni 2007.

(Elisa Montecchi, 2008)