Carpi, 1767 – 1849
La scheda biografica di Alberto Barbieri dedicata all’artista è generica per mancanza di dati documentari; lo studioso nota tuttavia come le opere di Bernardino e Ippolito siano sempre state avvertite come vagamente bizzarre e mai pienamente apprezzate, fino ad essere quasi dimenticate. “Troppa enfasi, pesantezza e ricchezza” per Barbieri sono alla base della mancanza di fortuna storica delle opere del Bianchini. Presso il Museo Civico di Carpi rimangono diverse testimonianze di Ippolito Bianchini: oltre all’ex voto di Porta Mantova e all’autoritratto al cavalletto, da datarsi verosimilmente al primo decennio del XIX secolo, rimangono esclusivamente ritratti (Andrea Bartoli, Biagio Paglia, Ciro Menotti, Elena Ascari, Giacomo Boschi, Gioacchino Rossini, Giovanni Sormani, Giuseppe Menotti, Virginia Menotti, Luigi Losi, Mons. Francesco Benincasa e Mons. Gaetano Cattani). Altre opere, sempre riferite al Museo Civico di Carpi, sono citate nel corso della campagna di restauro degli anno Ottanta, la cui documentazione è in possesso della Provincia di Modena. Si tratta anche in questo caso di ritratti (A. Thuet, Francesco Govi e Paolo Guaitoli). Opere riferibili o attribuibili al pittore sono presenti anche in alcune chiese di Carpi (Cattedrale, San Francesco, San Nicolò, Santa Chiara). È Alfonso Garuti che ha ricondotto l’Autoritratto del Museo Civico di Carpi al corpus di Ciarlini, anche in seguito ad un intervento di restauro che ne ha consentito una più chiara lettura.
Nell’occasione lo studioso ha ricordato che “Il Bianchini, di famiglia agiata e di tradizioni artistiche fu pittore dilettante, pur avendo frequentato in gioventù l’Accademia di Belle Arti di Parma. La sua produzione fu prevalentemente ritrattistica, con esiti versati alla miniatura e pure a soggetti sacri, caratterizzata per una spontanea, ingenua immediatezza, realtà e linearità neoclassica” (Garuti 1990, p. 97).Ippolito, figlio di Bernardino, anch’esso pittore, nacque a Carpi nel 1767. Anche il fratello Luigi si dedicò alla pittura, vera e propria passione di famiglia.
Riferimenti bibliografici: Barbieri 2008, p. 41; Garuti – Colli 1990, pp. 63, 96, 136, 161, 196, 243; Garuti 1990, pp. 96-101.
(Elisa Bellesia, 2013)