Novi (Modena), 1937 – 2002
Nato a Novi il 9 aprile 1937. Fino al 1957 frequenta l’Istituto d’Arte Venturi dove segue le lezioni di Luigi Spazzapan, pittore e illustratore astratto e postcubista che attiva nella pittura di Boccaletti il senso per la regia della composizione e una notevole modernità nella gestione del colore. Boccaletti è dotato di tecnica veloce e sicura che gli permette di partecipare tra il 1960 e il 1967 a numerosissime extempore, manifestazioni competitive in cui i pittori completano un’opera nello spazio di poche ore, poi vengono subito giudicati. Sebbene non acceda mai ai circuiti espositivi più prestigiosi, dal 1960 è continuamente protagonista di mostre collettive e personali in Italia. Nel 1962 è presente al premio nazionale Aldo Roncaglia di San Felice sul Panaro, nel 1964 vince il piccolo premio Suzzara e due anni dopo partecipa al premio Modigliani di Napoli.
Già alla fine degli anni sessanta, in pieno boom economico, sviluppa contenuti di denuncia contro la società dei consumi e l’invadenza dei mezzi di comunicazione di massa, in particolare della televisione (Annunciatore Telegiornale, 1968; Emanazione letale, 1968).
Tra anni sessanta e primi anni settanta esegue una serie di dipinti sui pericoli dell’industrializzazione selvaggia e la distruzione dell’ambiente. Sono grandi tele dove campeggiano enormi farfalle e coleotteri, ultime forme di vita sul pianeta postindustriale. A questo filone appartiene Non vedere (Raccolta d’Arte della Provincia di Modena), Ecologico, (1972), Aspettava gli insetti (1972), Non senso (1972). Quei dipinti suscitano l’ammirazione del gallerista Emilio Còntini, direttore artistico delle Gallerie Portici, che gli commissiona numerosi lavori per mostre personali a Bologna (1975 e 1976), a Forlì (1975), a Oristano (1975 e 1979).
Il viaggio per la prima personale del 1975 a Oristano è occasione di un nuova ispirazione. Dipinge la natura selvaggia della Sardegna interna, i cicli del lavoro nei campi e della pastorizia, le tradizioni del folklore. L’equilibrio quasi intatto tra uomo e natura ravviva i ricordi della vita contadina pre-industriale dell’infanzia, suggerendo temi ricorrenti nella pittura dell’artista anche nei decenni successivi (Raccolta dei pomodori, 1994, Raccolta Assicoop Modena-Unipol).
Alla fine degli anni settanta studia da autodidatta la ceramica. Grazie ai rapporti della città di Novi con i paesi d’oltre cortina entra in contatto con il Centro Internazionale di Ceramica Sperimentale di Kecskemét (Ungheria), dove apprende la tecnica Raku e si impratichisce nella decorazione a smalto su metallo. Nel 1987 tiene una esposizione personale a Kecskemét e a Baja poi partecipa a diverse collettive.
Boccaletti muore a Novi nel 2002. Nel 2003 lo Young Museum gli dedica una grande retrospettiva nel Palazzo Ducale di Revere (Mantova).
Riferimenti bibliografici: Personale…1962; Boccaletti…1966.; A. Boccaletti…1967; Adriano Boccaletti…1970; Adriano Boccaletti…1971; Bigi 1972; Boccaletti…1973; Immagini del centenario…1981; Barbieri 1985, p. 489; Martinelli Braglia, Ottocento e Novecento…1997, ill. 15; Dall’Acqua 2001 (con elenco dettagliato delle esposizioni); Teodoro 2004, p. 37.
(Elisa Montecchi, 2008)