CASALTOLI CARLO

Firenze, 1865 – 1903

Verso il 1884, dopo una probabile formazione accademica, Carlo Casaltoli lasciò la città natale di Firenze per stabilirsi a Sassuolo dove assunse la direzione artistica della manifattura di ceramiche guidata da Carlo Rubbiani. Casaltoli rivestì il ruolo ricoperto fino a quel momento dal pittore Domenico Bagnoli (1824-1889), iniziatore del repertorio neorinascimentale che improntava la produzione della ditta, con eccellenti manufatti di imitazione “in stile”. Vari artisti erano coinvolti nelle fasi della decorazione, tra questi ricordiamo il pittore Vittorio Neri – efficace esecutore di paesaggi e marine – e i plasticatori Silvestro Barberini e Guglielmo Borelli. Nella seconda metà degli anni ottanta la manifattura, imprimeva un’importante svolta in senso industriale con la produzione, in anticipo sui tempi, di piastrelle di maiolica pressate a secco. Se questa innovazione apriva da un lato al proliferare di decori seriali realizzati tramite patterns e mascherine, si contavano tuttavia anche lavori artistici di esemplare modernità formale come il pannello per camino con i Forgiatori (Sassuolo, Galleria Marca Corona) decorato da Casaltoli secondo i canoni del linearismo Liberty. Come decoratore Casaltoli mostrava un’ispirazione assai versatile, con stili e generi diversi: firmò un vassoio in maiolica dalle forme neobarocche con veduta di Sassuolo dipinta a trompe-l’oeil (collezione privata), un piatto ovale con un Paesaggio fluviale (Sassuolo, Galleria Marca Corona), un grande vaso a bordure neorinascimentali (collezione privata), il piatto ornamentale con il Ritratto della Regina Margherita (Sassuolo, Galleria Marca Corona) e ancora l’importante vaso in maiolica con applicazioni in terraglia probabilmente realizzato in coppia con Barberini (Sassuolo, Galleria Marca Corona). Quest’ultima opera appare come una dimostrazione del virtuosismo dell’artista, proponendo differenti generi figurativi nel medesimo manufatto: i decori a grottesca, un paesaggio, le figure femminili, i fiori, le farfalle.
Tra le opere di maggiore impegno occorre poi ricordare il grande pannello originariamente composto da 140 piastrelle decorate con una composizione che deriva dalle pitture della Galleria di Bacco nel Palazzo Ducale di Sassuolo (Sassuolo, Galleria Marca Corona) e i lavori in maiolica per l’insegna d’accesso al Ricovero Provinciale di Mendicità di Modena. In questa opera Casaltoli raffigura due scene in stile verista con San Rocco assiste un infermo e Povero condotto al ricovero (Modena, Museo Civico d’Arte) restaurate e presentate in occasione della mostra Le mani dell’arte e della carità: l’insegna Rubbiani dell’antico ospizio modenese (26 gennaio-1 maggio 2013) al Museo Civico d’arte di Modena. Alla collaborazione tra Casaltoli e Barberini è infine stato assegnato il Busto di ecclesiastico, che spicca per la singolare caratterizzazione fisionomica e psicologica, oggi conservato a Modena nel Monastero di S. Pietro. Negli anni della direzione artistica di Casaltoli la Fabbrica Rubbiani fu presente a molte manifestazioni cittadine tra cui ricordiamo l’Esposizione Agricola Industriale del 1886 e le mostre della Società d’Incoraggiamento per gli artisti del 1886 e 1890; nel 1888 fu all’Esposizione Emiliana di Bologna, nel 1889 a Roma. Vari pezzi, in collezioni private e nella raccolta di Emilceramica a Sassuolo, riportano marchi che alludono ad un atelier di decorazione gestito da Casaltoli a Modena. Nonostante le recenti ricerche non è ora possibile definire con certezza l’arco cronologico entro cui si svolse l’attività della bottega cittadina, probabilmente allestita nel Palazzo Rangoni Solmi di via Emilia.
Dopo aver completato il Monumento funebre per la famiglia Rubbiani (Sassuolo, Cimitero di S. Prospero) Casaltoli rientrò a Firenze dove si dedicò a opere grafiche con risultati di apprezzata qualità. Fu Casaltoli infatti l’artefice del rinnovamento formale del famoso periodico teatrale fiorentino «Scena illustrata» che, ancora nell’ultimo decennio del secolo, si attardava seguendo i canoni di un obsoleto stile accademico con qualche eleganza neorococò. Casaltoli elaborò un segno del tutto Liberty per il frontespizio e per gli eleganti fregi che incorniciavano le colonne del testo con piccole figure e scene di gusto simbolista. Nel febbraio 1899 la rivista uscì con una testata dedicata al carnevale con una maschera grottesca tracciata secondo linee moderniste; nel numero del 1-15 luglio 1899 Casaltoli progettò infine una nuova veste grafica in stile Art Nouveau, eguagliando così le più aggiornate riviste d’Europa. Casaltoli collaborò con l’editore Bemporad in numerose pubblicazioni: dall’Almanacco Italiano, a varie edizioni scolastiche, alla versione spagnola delle Avventure di Pinocchio di Carlo Collodi in cui integrò con nuove illustrazioni l’apparato visivo progettato dai grafici Enrico Mazzanti e Giuseppe Magni. Disegnò poi la copertina dell’album musicale dedicato alla storia del burattino di Collodi dal compositore Ernesto Beucci (1900). Risale probabilmente al medesimo anno una cartolina dell’Abbazia di Pomposa illustrata da Casaltoli. Essa riproduce in stile neogotico e gusto Art Nouveau l’effigie di Guidus Monachus, il celebre benedettino pomposiano che introdusse notevoli innovazioni nella mnemotecnica applicata alla musica. Casaltoli si specializzò anche nella realizzazione di manifesti di cui restano raffinati bozzetti a matita e acquerello come l’esemplare in questa collezione che reclamizza la Società delle corse al trotto di Pistoia secondo forme Liberty. Sul mercato d’arte sono numerosi i bozzetti e i manifesti pubblicitari firmati da Casaltoli nel medesimo stile fiorito e lineare. Anche i Musei Civici di Treviso conservano nella collezione Salce manifesti progettati dall’artista, che morì a soli 38 anni nel 1903.

Riferimenti bibliografici: “Il Panaro”, 18 aprile 1886; Albo del VII Triennio 1886; Vico 1888; “Il Panaro”, 13 maggio 1890; Assirelli 1983, pp. 317 nota 15, 318-319; Liverani 1983, pp. 37-38, tavv. 29, 31, 34-38; Vandelli 1991 pp. 81-88, 100; Vandelli 1993 pp. 213, 217, 307, 308, 311, 313, 322; Barbolini-Ferrari-Boccolari 1997, pp. 184-185 n. 2, 190-191 n. 17; Borghi 2012; Vandelli 2012; Scardino 2013, pp. 56-57; Vandelli 2014.

(Elisa Montecchi, 2016)