Scortichino di Bondeno (Ferrara), 1924
Nato a Scortichino di Bondeno, in provincia di Ferrara, nel 1924, completa i corsi all’Istituto d’Arte Dosso Dossi di Ferrara negli anni della guerra. Nemesio Orsatti, che sarà tra gli esponenti del Neorealismo ferrarese, è suo maestro. Non ancora ventenne sperimenta, da internato militare, la prigionia nei lager tedeschi di Buchenwald, Crewtzwald, Limburg, Neubrandemburg, Trier, Sarreguemines e Uttingen. Registra quell’esperienza in un nucleo di disegni, cinquantasei dei quali sono nella collezione del Museo del Deportato di Carpi. Al centro del gruppo neorealista ferrarese, lavora a lungo con Carlo Rambaldi, reso famoso dal cinema per i suoi tre Oscar meritati agli effetti speciali. Con Rambaldi esegue xilografie sulla Resistenza, Vivi partigiano… Xilografie di Carlo Rambaldi e Alberto Cavallari (Ferrara, Centro studi storici della Resistenza ferrarese, 1955), e una ricca serie disegni per pupazzi animati e fumetti. Negli anni quaranta disegna il paesaggio delle valli e i volti della gente sul delta del Po. Restano oggi di quel lavoro circa trecento fogli, alcuni confluiti nell’apparato illustrativo per il libro di poesie di Renato Sitti Bimbo del Delta (1949). Negli anni cinquanta frequenta il pittore Antonio Ligabue, di cui esegue un famoso ritratto a china (Ritratto a Ligabue, Gualtieri 1957). Dal 1956 comincia a tenere mostre personali con cadenza quasi annuale; tra tutte si ricordano quelle all’EIDAC di Milano, nel 1962, con presentazione di Sitti, e nel 1963 con testo di Franco Russoli. Lo stesso anno espone anche a Roma alla galleria Il Bilico, con una mostra che suscita l’ammirazione di Renato Guttuso, importante artista di riferimento per l’arte di Cavallari.
La fortuna di Cavallari trova riscontro anche attraverso i numerosi premi ricevuti: a partire dalla nona edizione del premio Campigna, 1965, alla Biennale Aldo Roncaglia, 1966, dove espone Ricordo di mia madre, Proprietà del Comune di S. Felice, al Premio Olbia, 1966, fino agli anni ottanta con il Super Premio Roncaglia, 1988, e il Premio Jacopo da Ponte, 1992. Le qualità di grafico e illustratore portano Cavallari a collaborare dal 1972 con la casa editrice La Tribuna di Piacenza, per la quale realizza le copertine dei romanzi della collana Galassia. Del 1973 è la recensione di Francesco Arcangeli alla sua mostra bolognese presso la galleria Milanart. Cavallari continua a esporre assiduamente per tutti gli anni Ottanta e Novanta. Si dedica ora a serie di dipinti come Notturni, dove le tinte scure, i corpi magri, le stanze piene di solitudine hanno fatto scrivere i critici di un nuovo espressionismo figurativo che rivisita le atmosfere della Nuova Oggettività tedesca di Christian Schad e Otto Dix. Sono esempi di questo stile le opere nella Raccolta Assicoop Modena Unipol (Figura in attesa, Madre e figlia, Interno-Esterno, Ragazza e fiori). Negli ultimi dieci anni è stato protagonista di numerose retrospettive che hanno messo in luce le sue doti di disegnatore. Gli schizzi sul tema della prigionia hanno goduto di una fortuna internazionale (Rosenhein, Germania, 1977) attraverso numerose mostre culminate nel 2002 in una importante retrospettiva a Tel Aviv nei locali dell’Ambasciata italiana.
Riferimenti bibliografici: VII Mostra d’arte…1954; Sitti 1955; De Grada 1956; Alberto Cavallari…1962; Cavallari (a) 1963; Cavallari (b) 1963; Alberto Cavallari…1964; Alberto Cavallari…1966; Alberto Cavallari…1967; Cavallari…1971; Solmi – Maugeri 1974, n. 123; Alberto Cavallari…1980; Incontrarearte…1991; Alberto Cavallari…1995; Campanini – Scardino 1996, pp. 80-91; Martinelli Braglia, Ottocento e Novecento…1997, pp. 36, 206; Busi 1998; Piraccini – Tamassia 2000, cat. 16-17; Alberto Cavallari…2005; M. Rossi 2005.
(Elisa Montecchi, 2008)