CREMASCHI CARLO

Modena, 1943

Carlo Cremaschi nasce a Modena nel 1943. Ha studiato nella sua città all’Istituto d’Arte Venturi e, successivamente, all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Esordisce nel 1965 a Modena al Palazzo dei Musei insieme a Claudio Parmiggiani e Adriano Spatola con l’opera collettiva Zeroglifico. L’anno successivo espone con una personale a Modena (Palazzo dei Musei) e partecipa alle collettive Nuove presenze (Casa del Mantegna, Mantova) e Artisti modenesi contemporanei (Sarajevo); nel 1967 inoltre partecipa alla manifestazione di Fiumalbo ideata da Mario Molinari Parole sui muri. In questo periodo, e fino ai primissimi anni settanta, lavora nell’ambito dell’avanguardia concettuale italiana in stretta collaborazione con altri giovani artisti modenesi operanti alla Galleria Alpha. Nel 1968, ad esempio, opera a stretto contatto con Giuliano Della Casa al progetto d’installazione ambientale I Filari (Piacenza, Libreria Romagnoli; Modena, Libreria Rinascita). Espone poi a Bologna (Carlo Cremaschi e Claudio Parmiggiani, 1967; Ouverture con Della Casa e Guerzoni, 1971), Palermo (Collettiva di quattro scultori: Carrino, Cremaschi, Della Casa, Magnoni, 1968, Ferrara (Km 149.000.000, con Della Casa, 1968; Misura, con Della Casa, Guerzoni e Adriano Spatola, 1972); Firenze (Pensiero e oggetto con Della Casa e Franco Guerzoni, 1971), Milano (mostra di installazioni e sculture, con Giuliano Della Casa, 1971).
Nel 1972 partecipa, su invito di Renato Barilli e Daniela Palazzoli, alla XXXVI Biennale d’Arte di Venezia nella sezione ‘Il libro come luogo di ricerca’ con il volume Carlo Cremaschi-Giuliano Della Casa: due scultori.
A partire da questo periodo Cremaschi sente che i mezzi di espressione artistica adottati sino a quel momento non corrispondono più alle sue esigenze. Abbandona le ricerche sperimentali di area concettuale e ritorna alla pittura: degli anni settanta sono tele incentrate sulla trasposizione di fotografie, spesso raffiguranti lo stesso pittore. Negli anni ottanta realizza invece opere di forte valenza materica: i colori sono impastati con scagliola, sabbia, terra, cemento. Dalla superficie spiccano poi tracce di mosaico, piccole mensole (appoggio per cose riprodotte in piccola dimensione, come una scala, un sacco di farina o una conchiglia) o altri elementi aggettanti. Significative in proposito le mostre modenesi Concrezioni (Palazzina dei Giardini, a cura di Federico Teodoro e Fausto Ferri, con testo di Mario Bertoni, 1981) e Forma senza Forma (Palazzo dei Musei – Galleria Civica, a cura di Enzo Bargiacchi, 1982).
Nel corso degli anni ottanta e novanta svolge un’intensa attività espositiva: Pisa (1983), Milano (1983), Roma (1984,1988), Modena (1985, 1989, 1992, 1996, 1997, 1998, 1999), Saetto (1987), Bologna (1987, 1991), Castel S. Pietro Terme (1990), Mirandola (1994), Faenza (1995), Reggio Emilia (1996), Grosseto, Cassero Senese e Cassero del Sale (1996), Montecchio Emilia (1996).
Nel 1997 inaugura a Nonantola la prima mostra antologica, Punto a capo (a cura di Nadia Raimondi), mentre nel 1999 progetta una scenografia per il balletto Lettera A (coreografia di Teri Weikel, Bologna Teatro S. Leonardo).
Nel 2000 un’altra mostra personale a Bologna (A me stesso, testo di Silvia Evangelisti) e nello stesso anno partecipa alla collettiva Nuove proposte (Bologna, Galleria Forni), al Festival internazionale di danza urbana (Bologna, performance insieme a Carlo Sabbadini inserita nella coreografia di Teri Weikel, ispirata a Le città invisibili di Italo Calvino), a L’ombelico del mondo – Un viaggio nella poesia (programma televisivo prodotto da Rai educational a cura di Nanni Balestrini e condotto da Paolo Fabbri) e alla omonima collettiva romana. Nel 2001 Marinella Bonaffini cura a Modena l’ennesima personale, Precario è discontinuo, mentre nel 2001-02 l’artista prende parte alla rassegna itinerante Nel disegno.
Recentemente ha esposto a Gombola (2002; 2003), Carpi (2003), Modena (2002; 2003;2004; 2005; 2006, 2008), Bazzano (2006) e Reggio Emilia (2008).
Infine sono da ricordare le personali Leggeri come senza (Modena 2006, Galleria D406) e Carlo Cremaschi – Due o tre cose (Modena 2007, West Village Gallery).

Riferimenti bibliografici: Spatola 1965; Parmiggiani – Spatola 1967; Carbone 1968; Celli – Vivaldi 1968; Della Casa – Cremaschi 1969; Niccolai – Spatola – Costa – Vassalli 1971; Spatola 1971; Malavasi 1971; Spatola 1972; Bertoni 1981; Bargiacchi 1982; Bertoni 1985; Guadagnini 1987; Colli 1994; Raimondi 1997; Guadagnini 1997; Evangelisti 2000; Bonaffini 2001; Carlo Cremaschi: Leggeri…2006; Cremaschi 2008.

(Giuseppe Virelli, 2008)