FANTAGUZZI GIUSEPPE

Modena, 1771-1837

Giuseppe Fantaguzzi nasce a Modena il 12 giugno 1771 da Domenico, originario di Castelbolognese, e da Maria Monti. Nel 1785 il duca Ercole III fonda la Scuola di Belle Arti che nel 1790 viene riqualificata in Ducale Accademia Atestina, diretta, fin dalla sua nascita, da Giuseppe Maria Soli, aggiornato sul clima artistico internazionale in virtù del suo quindicinale soggiorno romano. Fantaguzzi, probabilmente allievo proprio di Soli nel primo lustro di vita dell’Accademia, riceve numerosi premi di merito nella sezione pittura, dimostrando una notevole padronanza dei mezzi grafici, dovuta forse alla assidua frequentazione dei pastelli ritratto di Rosalba Carriera. Agli anni degli studi risale verosimilmente l’album di schizzi (Modena, Biblioteca Poletti) dal quale è possibile evincere la cultura illuminista di base, l’interesse naturalistico e la predilezione per il segno raffinato di Parmigianino. La carriera professionale di Fantaguzzi si svolge fondamentalmente presso la Ducale Accademia Atestina in qualità di docente; il 15 novembre 1800 diviene insegnante di Principi di figura e alla fine dell’anno accademico l’incarico è confermato stabilmente, come dimostra l’iscrizione all’albo dei cittadini modenesi attivi il 4 luglio 1801 (Modena, Archivio di Stato, Registro dei Cittadini Attivi, p. 140). Con l’iscrizione all’albo dei cittadini attivi Fantaguzzi entra ufficialmente a far parte della vita pubblica modenese, come si intuisce dalla sua presenza, in qualità di autorità, all’apertura della Scuola militare del genio il 25 ottobre 1801 (Modena, Archivio di Stato, Cronaca Rovatti, 25 ottobre 1801). Regge la sola cattedra di Principi di figura fino al 1814, mentre dall’anno accademico 1815-16 inizia anche ad appoggiare Geminiano Vincenzi in qualità di coadiutore alla cattedra di Pittura. Mantiene il doppio incarico fino al 1825, anno in cui è nominato anche maestro di Disegno d’ornato. Negli anni accademici 1826-1829 sostituisce ripetutamente Vincenzi sia nella scuola del Nudo che nella cattedra di Pittura e il 19 novembre 1830 viene ufficialmente nominato professore della Scuola di pittura, onorando tuttavia, come in precedenza, entrambi gli incarichi di maestro di Elementi d’ornato e professore di Pittura fino alla fine dell’anno accademico 1836-1837. La stretta collaborazione con Geminiano Vincenzi è ulteriormente ribadita dal fatto che Fantaguzzi nel 1824 disegni la stampa di guardia del frontespizio del libretto Pel monumento eretto in Nonantola a memoria del primo ingresso di Francesco IV nei suoi domini dello stesso Vincenzi. La vita privata del maestro è scandita da scarne notazioni: la vicinanza alla famiglia d’origine, il matrimonio, in età avanzata per i tempi, con Rosa Maria Adani, celebrato il 28 ottobre 1811, e la nascita dell’unico figlio Luigi, deceduto a pochi mesi. La produzione artistica di Fantaguzzi si adatta alle richieste dei committenti, ma fondamentalmente si concentra su soggetti sacri per pale d’altare di importanti chiese modenesi o su ritratti privati di cittadini illustri. Nel 1794 gli aggregati dell’Accademia dei Professori di musica commissionano a Fantaguzzi un dipinto raffigurante Santa Cecilia, protettrice dei musicisti, da collocarsi nella chiesa del Voto di Modena; nel 1796 l’opera è ubicata in chiesa e nel 1825 riceve la definitiva e prestigiosa collocazione nel primo altare di sinistra. Al 1795 risale la pala raffigurante Santa Rosalia, realizzata per la chiesa di San Carlino Rotondo di Modena; mentre attorno al 1798 porta a compimento la pala della Mater Misericordiae per la chiesa cittadina di San Giovanni della Morte. Le opere di soggetto religioso di Fantaguzzi sono note indirettamente anche attraverso le incisioni di riproduzione dell’editore modenese Benedetto Eredi, stampate per la devozione privata. Per il 1818 le fonti narrano di un dipinto di San Geminiano, eseguito da Fantaguzzi per la corsa di cavalli (Modena, Archivio di Stato, Atti della Ragioneria, 1818, n. 661). Nel 1833 erano presenti in Modena, oltre alle opere sopra citate, almeno altre tre pale da altare di mano del Fantaguzzi: San Nicola da Tolentino nella chiesa di San Biagio, Sant’Eligio con Sana Lucia in Cattedrale e Sant’Omobono nella chiesa della Madonna delle Grazie. Il filone del ritratto è esemplificato dai due autoritratti dell’artista (Modena, Biblioteca Poletti), realizzati probabilmente all’altezza temporale degli snodi cruciali della vita del maestro (nel 1801 e nel 1830), dal Ritratto di Filippo Re (Faenza, Biblioteca Manfrediana), realizzato verosimilmente poco prima della morte dello studioso durante il suo soggiorno modenese (1816-1817), e dal Ritratto di gentiluomo con panciotto giallo (Raccolta Assicoop Modena – Unipol), accostabile per datazione all’autoritratto del 1830 in virtù della presenza dell’alta fusciacca con fiocco da cui fuoriesce un accenno di colletto di camicia. Indubbiamente ad inizio XIX secolo a Modena Fantaguzzi, come già indicato da Martinelli Braglia, è l’unico artista informato del clima culturale nazionale ed aggiornato ai modi di Andrea Appiani, Giuseppe Bossi, Giambattista Gigola e Pelagio Palagi. Giuseppe Fantaguzzi muore a Modena il 10 agosto 1837.

Riferimenti bibliografici: Cecchi Gattolin 1975; Martinelli Braglia in Castelnuovo 1991, pp. 245-287; Tambini 1995; Righi Guerzoni 1998.

(Elisa Bellesia, 2008)