FORGHIERI GIOVANNI

Modena, 1898 – 1944

Nasce a Modena il 21 febbraio 1898. Sulla carriera di Forghieri pesa lo stereotipo dell’artista maledetto, solitario e scontroso, che abbandona anzitempo gli studi scolastici e il pensionato a Roma per via del difficile carattere. Nel primo caso la notizia non trova fondamento dal momento che Forghieri risulta regolarmente iscritto all’Istituto di Belle Arti dal 1914 al 1920 (Archivio di Stato di Modena, Fondo Istituto d’Arte A.Venturi, b. 179, Ruolo degli alunni), e anche nel caso del pensionato Poletti la notizia non corrisponde al vero: l’artista trascorse effettivamente pochissimo tempo nella capitale, ma dietro questa decisione vanno individuate cause differenti, dalle oggettive difficoltà create dalla misera borsa del premio Poletti al mutato rapporto degli artisti col mercato. Le biografie di Forghieri e Zoboli, che condivide col primo l’abbandono del Poletti ma non la pessima fama, mostrano infatti un precoce inserimento nelle numerose occasioni espositive che Modena poteva offrire nell’immediato dopoguerra. Nel 1918 Forghieri espone per la prima volta con la Società d’Incoraggiamento, un appuntamento che diverrà una costante della sua biografia artistica. Già in questo periodo il suo sguardo si volge a temi sociali, sulla scia del Graziosi, come emerge nel disegno Donne al mercato, datato al 1918. Nel ’20 questo debito formale nei confronti di Graziosi riemerge nel saggio che gli vale il pensionato Poletti (Modena, Archivio Storico del Comune, Atti di amministrazione, 1920, b. 914, Eredità Poletti): Il fabbro G. B. Malagoli (Modena, Museo Civico d’Arte). Le travagliate vicende del pensionato non sono del tutto chiare: già nel ’22 la non ottemperanza alle disposizioni testamentarie lo porta alla decadenza dal beneficio; nel ’23 tuttavia risulta reintegrato, dal momento che consegna il primo dei quattro saggi richiesti: La negazione di Pietro, copia da Carlo Saraceni, allora ritenuta opera di Caravaggio (Modena, Archivio Storico del Comune, Atti di amministrazione, 1925, b. 1092, Eredità Poletti). Una scelta coraggiosa questa, dal momento che la figura dell’artista lombardo iniziava solo in quegli anni a essere esplorata e rivalutata. Ugualmente interessante appare il secondo saggio, presentato nel ’24 (Modena, Archivio Storico del Comune, Atti di amministrazione, 1925, b. 1092, Eredità Poletti), per l’autonomia che mostra nei confronti del regolamento:Tessitrici di Savignano (Modena, Museo Civico d’Arte) forza le indicazioni del testamento Poletti, allargando il concetto accademico di ‘pittura storica’ al mondo contadino. L’opera denuncia una volta di più nel Graziosi un punto di riferimento fondamentale, evidente nel soggetto e nelle scelte formali. Forghieri in questi anni passa lunghi periodi a Savignano, in concomitanza con i soggiorni del maestro, e forse le sue scelte stilistiche non sono del tutto estranee a considerazioni di opportunità, dal momento che questo tipo di pittura è ormai da molti anni apprezzato in ambito modenese. Sono infatti documentate diverse varianti di questo soggetto, tutte realizzate nel giro di pochi anni. Tessitrici, oggi nella Raccolta Assicoop Modena’Unipol, è datata dall’autore al 1923 e può essere considerata come la prima versione del saggio Poletti. La composizione dei due quadri è la medesima, così come la figura di donna in primo piano che guarda verso lo spettatore, mentre lo spazio si allarga nella seconda tela fino a ricomprendere l’intero telaio che si intravede a destra con la figura femminile che vi attende. Una successiva opera con lo stesso titolo, ma dalla composizione un po’ variata, appare nel 1924 alla XX Triennale modenese, dove ottiene una medaglia d’oro. Diverse altre opere nascono dal rapporto fra Forghieri e Graziosi; si ricordano ad esempio Donna con cesta (Modena, Raccolta della Provincia), 1924, e Scena rustica, 1925-26 (Modena, Museo Civico d’Arte). Tuttavia, ricerche in direzioni in parte diverse sono testimoniate da Operazione chirurgica, del 1921, dominata da un’intensa luminosità e da un saldo telaio disegnativo.
Come altri artisti in città anche Forghieri aveva affiancato l’attività di pittore a quella di restauratore, erede in ciò di una tradizione secolare; nel ’20 avvia un duraturo rapporto con la Galleria Estense, sviluppando così una buona familiarità con opere di età moderna. Nell’arco di un ventennio diverrà commissario provinciale dei restauratori di opere d’arte, come si firma in un documento del 1942 (Archivio del Museo Civico di Modena, Protocollo, 1942). Nel ’23 esce dal ristretto ambito delle mostre modenesi per esporre a Milano e Bari, e negli anni seguenti in numerose altre città italiane: da Roma a Torino a Fiume. A Modena invece si mette in luce anche come illustratore collaborando alla rivista ‘Carnevale’. Al 1926 va datata la prima esposizione di vedute di Ceriana, dove Forghieri era solito trascorrere le vacanze. Il modello prescelto è ancora rintracciabile nelle opere di Graziosi, nella pennellata larga e nella costruzione per linee oblique, ma come mostra Casolare di montagna (Modena, Raccolta Assicoop-Unipol), Forghieri giungerà presto a una tavolozza sommessa e a una definizione dei volumi estranee all’artista di Savignano. La fortuna delle opere di Forghieri è evidente in questi anni: nel ’24 alla Triennale riceve riconoscimenti per il miglior quadro di figura e per la miglior opera di pittura; Tessitrici di Savignano è premiato ad Asti e Molino abbandonato, nel ’29, riceve la medaglia d’oro alla terza Biennale del paesaggio di Bologna, dove l’artista sarà premiato ancora nel ’34. Nello stesso anno viene invitato alla Biennale di Venezia, dove tornerà ancora nel ’36 e nel ’42, riscuotendo un buon successo. A Modena intanto assume incarichi all’interno dell’Accademia, e nel ’32 è membro supplente nella commissione Poletti (Modena, Archivio Storico del Comune, Atti di amministrazione, 1932, b. 1348, Eredità Poletti), in cui siederà a più riprese fino al 41 (Archivio Generale del Comune di Modena, Atti di amministrazione, 1942, b. 1714, Eredità Poletti). Se mosso e vivace risulta il Nudo (Modena, Raccolta Assicoop-Unipol), l’Autoritratto in controluce, 1938 (Modena, Raccolta Assicoop-Unipol), si distingue per il marcato effetto drammatico, frutto della scelta cromatica e dell’illuminazione da tergo. Sono gli anni in cui Forghieri sperimenta particolari soluzioni luministiche, accompagnandole a una semplificazione della resa dei volumi e dei tratti fisionomici: Donna con chitarra (Modena, Raccolta Assicoop-Unipol), ripresenta l’illuminazione posteriore, mentre la stesura rapida e non finita dei personaggi di contorno contrasta con ricercati effetti luminosi nel profilo della chitarra e sulle spalle della figura femminile. La scelta trasfigurante e totalizzante della luce rossastra è alla base della tecnica a risparmio prescelta per l’Autoritratto con donna seduta (Modena, Raccolta Assicoop-Unipol), che si pone solo un passo indietro rispetto a opere ultime di Forghieri come Le amiche. La carriera artistica del pittore si interrompe bruscamente il 14 febbraio 1944 a causa di un bombardamento aereo di cui resta vittima.

Riferimenti bibliografici: Esposizione…1918; Bariola 1926, pp. 81-100; Artisti modenesi…1934; Marangoni 1935; Pallucchini 1945; Frigieri Leonelli 1987, pp. 113-114; Fuoco 1993, pp. 76-78; Bellei Pecoraro 1996, p. 101; Martinelli Braglia 1997, pp. 24-25 e 94-97; Roli 2004.

(Tomas Fiorini, 2008)