FORTI FERMO

Cibeno di Carpi (Modena), 1839 – Carpi, 1911

Fermo Forti nasce il 3 febbraio 1839 a Cibeno di Carpi (MO) da Giuseppe e Anna Messori. Il padre, capo mastro muratore, asseconda le inclinazioni artistiche del figlio permettendogli di frequentare la Scuola Elementare Comunale di Disegno di Carpi e di seguire le lezioni di Claudio Rossi. Nel 1857 il padre si fa portatore dell’istanza, presso il Municipio di Carpi, per sovvenzionare gli studi del figlio all’Accademia di Belle Arti di Modena, allora diretta da Adeodato Malatesta. L’amministrazione comunale si fa carico di un sussidio di 17 lire mensili che permettono a Forti di iscriversi in Accademia e di seguire i corsi di ornato, figura, paesaggio, scultura e architettura. Nel 1859 abbandona i corsi accademici per arruolarsi volontario per la seconda guerra d’indipendenza, decadendo dunque dal sussidio comunale. Di ritorno dalla guerra, in un colloquio informale chiede al Sindaco di Carpi di poter essere riammesso a godere del sussidio per terminare gli studi accademici, ricevendo in risposta un duro rifiuto. Per sbarcare il lunario si vede dunque costretto a intraprendere il lavoro di decoratore. Esegue decorazioni con figure nelle ville di Alfonso e Agostino Paltrinieri a Quartirolo di Carpi e nel palazzo carpigiano del Consigliere Comunale Mario Caleffi, che si adopera affinché Forti riottenga il sussidio per terminare gli studi accademici. Nel 1864, riottenuto il sussidio, inizia nuovamente a frequentare l’Accademia; l’anno successivo produce alcuni saggi di pittura a olio, tra cui l’intensa Vecchia che fila, copia da Adeodato Malatesta, e vince il Premio Magnanini con il dipinto Abele morente. Nel 1866, Pietro Pacchioni, direttore dei Giardini Pubblici di Carpi, ottiene che Forti possa usufruire di un altro anno sussidio in cambio della realizzazione della statua in terracotta raffigurante Flora a ornamento dei giardini. La produzione artistica di Fermo Forti, un po’ come la sua formazione accademica – mai terminata del resto, spazia in diversi ambiti: lavora principalmente per la committenza religiosa di tutto il territorio modenese e limitrofo, ma al contempo realizza decorazioni e opere per la committenza privata; inoltre si occupa di restauro, soprattutto plastico, tecnica imparata durante il tirocinio presso lo scultore Giovanni Cappelli. Fonti coeve riportano anche di una produzione umoristica di Forti sull’inizio degli anni Ottanta. Tra 1874 e 1895 si dedica, con Lelio Rossi e Albano Lugli, alla decorazione interna del Duomo di Carpi su committenza del vescovo Gherardo Araldi: esegue la Gloria dei martiri di Gorkum nel catino destro del transetto. Nel 1875 esegue la pala della Purificazione della Vergine per la parrocchiale di Panzano e decora la cappella della Madonna nella chiesa modenese di San Vincenzo, per la quale realizza anche la statua della Beata Vergine della Cintura. Nel 1979 a Carpi, con Lelio Rossi, ridipinge la volta della navata centrale di San Nicolò e, l’anno successivo, sempre con Rossi, decora l’interno della parrocchiale di Santa Croce – opera terminata solo nel 1898 – e dipinge la pala con la Gloria del Nome di Maria per la chiesa di Sant’Ignazio. Nel 1881 si dedica pienamente alla decorazione della parrocchiale di Magreta, mentre tra 1884 e 1885 decora la chiesa di Sant’Adriano di Spilamberto, plasmando la statua di San Francesco. L’anno seguente si dedica alla decorazione della parrocchiale di Guiglia e della chiesa di San Francesco di Modena. Nel 1890 realizza la pala per l’altar maggiore della parrocchiale di Medolla raffigurante i Santi Sinesio e Teopompo. Nello stesso anno decora il catino absidale dell’abazia di Nonantola e l’abside, le navate e le cupole della parrocchiale di Vignola. Il 1890 è l’anno più prolifico per Forti che realizza anche: La gloria di Santa Filomena per la parrocchiale di Saliceto Buzzalino di Campogalliano, il Battesimo di Cristo per la Basilica dei Santi Michele e Quirino di Correggio, il San Francesco d’Assisi per la parrocchiale di Sant’Andrea Pelago e le decorazioni per le parrocchiali di Fossa di Concordia, Samone, Montale di Castelnuovo Rangone, e per le chiese di San Giuseppe Calasanzio di Fanano e Santa Maria delle Grazie di Modena. Nel 1898 decora la parrocchiale di Quartirolo. Attorno al 1900 realizza la pala di San Biagio per la parrocchiale di Maranello, il Sant’Antonio abate per l’omonimo oratorio carpigiano e la pala dell’altar maggiore di Sant’Adriano di Spilamberto; inoltre esegue decorazioni per le parrocchiali di San Pietro in Elda, Rocca Malatina, Fanano e per la chiesa di San Bernardino da Siena in Carpi. Il corpus di opere ascrivibili alla committenza privata risulta essere di gran lunga inferiore rispetto a quello delle opere a committenza religiosa, tuttavia è degno di nota. Dopo i primi interventi degli anni Sessanta, nel 1875 decora villa Ferrari, già Meloni, in Carpi, nel 1889 orna la volta del Teatro Storchi di Modena con Migliorini, opere oggi perdute e coperte dalle nuove pitture, sempre di Forti, eseguite nel 1895; nel 1886 decora lo scalone di Casa Bertolani in Canalgrande e verso il 1890 realizza scene mitologiche nel palazzo modenese del marchese Giuseppe Montecuccoli degli Erri, nel palazzo del Cav. Pietro Foresti in Carpi, nella villa di Francesco Bonacini a Casinalbo (Modena), nella villa di Attilio Cionini a Montegibbio (Modena) e nel Palazzo Viti di Modena. Nello stesso periodo dipinge il sipario per il teatro di Rio de Janeiro e nel 1894 il sipario del Teatro Donn’Amelia di Lisbona. Anche l’attività di restauratore, sebbene praticata molto marginalmente, inizia precocemente: nel 1866 restaura la statua dell’Assunta della Cattedrale di Carpi, nel 1876 restaura il soffitto seicentesco della chiesa di Sant’Agostino di Modena, nel 1884 si occupa del restauro complessivo della chiesa di Rocca Malatina, nel 1899 restaura la terracotta quattrocentesca dell’Assunta della Sagra di Carpi, l’anno successivo mette mano al restauro della statua della Beata Vergine della Ghiara di Fossoli e nel 1906 restaura la terracotta quattrocentesca raffigurante la Madonna con Bambino e due angeli della Confraternita di Santa Maria degli Angeli di Spilamberto. Il poliedrico Forti pratica vari media espressivi, dall’olio, all’affresco, alla scultura; i temi maggiormente affrontati afferiscono all’ambito religioso. Forti si avvale di diversi stili formali: dal neomedievalismo, mutuato dal pensiero del critico Pietro Selvatico e subito duramente criticato, allo stile della pittura seicentesca della controriforma, fino al verismo storico del napoletano Domenico Morelli. La carriera artistica di Fermo Forti sembra procedere costantemente in ascesa: partecipa alla Triennale di Modena per la prima volta nei primi anni Sessanta, poi nel 1881, ottenendo riconoscimenti per la sua opera Musica per dormire di stile “pompeiano”; vi partecipa anche nel 1897 con Ricordo della piazza di Modena. Nel 1888 è nominato “Accademico per la classe di pittura” presso l’Istituto di Belle Arti di Modena e nel 1899 è nominato membro effettivo della Commissione Comunale di Storia Patria e Belle Arti – oltre a ricoprire gli incarichi di Consigliere e Assessore Comunale. Ricopre l’incarico di commissario per il Premio Poletti nelle edizioni del 1887, 1892 e 1897. Fermo Forti muore a Carpi il 24 febbraio 1911. Documenti imprescindibili per l’approfondimento della Figura di Forti sono il catalogo della mostra curata nel 1992 da G. Martinelli Braglia e soprattutto l’autobiografia manoscritta conservata dagli eredi Forti.

Riferimenti bibliografici: Martinelli Braglia 1992 (con bibliografia); Il primo concorso, 12 marzo 1899; Un quadro, 21 febbraio 1897; Il nuovo Teatro, 19 maggio 1895; Un quadro, 19 febbraio 1890; Un quadro, 19 febbraio 1897. Esposizione, 8 marzo 1890; I ristauri, 3 novembre 1888; Le nuove pitture, 1 maggio 1888; Ristauri, 5 dicembre 1887; Esposizione d’Arte, 20 aprile 1887; Arte e artisti, 14 luglio 1886; La chiesa di Rocca Malatina, 28 novembre 1884; Tosi Bellucci, 13 febbraio 1883; Tosi Bellucci, 4 dicembre 1881; Lavoro artistico, 28 maggio 1881; Guida [1863?].

(Elisa Bellesia, 2010)