GIGNOUS LORENZO

Modena, 1862 – Porto Ceresio (Varese), 1958

Sono scarse le informazioni riguardanti la vita di questo artista, la cui immagine è stata oscurata dalla presenza ingombrante del più noto Eugenio Gignous, lo zio pittore di paesaggi. Lorenzo nasce il 31 ottobre 1862 a Modena, dove il padre Cesare è temporaneamente domiciliato per ragioni di servizio, ma è a Milano che si svolge la sua esistenza: qui compie gli studi artistici nell’Accademia braidense di Belle Arti, ed è sempre qui che nel 1884 riceve un premio di ottocento lire, il Mylius, istituito per un’opera di paesaggio storico. Il pittore aveva presentato al concorso tre tele: Le ultime case di Chiavari, Alla marina, e Sesto Calende, ma solo quest’ultima, giudicata vincente, viene poi acquistata dalla direzione dell’Accademia, la quale tuttora la annovera nel proprio catalogo (attualmente la tela risulta depositata presso la Camera dei Deputati a Montecitorio). Non era però questa la prima manifestazione artistica in cui Lorenzo Gignous si cimentava, avendo già dal 1880 esposto a Firenze, poi a Milano, e infine a Torino. Nel 1890 realizza il cartellone per l’esposizione di Palermo, che ottiene un vasto apprezzamento, e nel 1906 è di nuovo la volta di Milano. La pittura rimane però sempre per Lorenzo Gignous un’attività secondaria cui dedicare il tempo libero dal suo impiego presso le Ferrovie, nonostante i riconoscimenti in ambito nazionale gli fruttino a volte prestigiose committenze. È il caso ad esempio di Castello del Sempione, tela commissionata dal Ministero delle Ferrovie, o della copia di Sesto Calende richiesta dal Ministro Riccardo Bianchi, o ancora del Ministero della Guerra che durante il primo conflitto mondiale gli affida la realizzazione di cartoline propagandistiche. Nel 1922 l’artista abbandona il lavoro alle Ferrovie e può così dedicarsi completamente al genere di pittura che predilige, il paesaggio. Tra le numerose tele apparse nelle aste nazionali nel corso degli ultimi vent’anni sono diverse le vedute di laghi della fascia prealpina, piemontese e lombarda: il lago Maggiore, d’Orta e di Como tra gli altri, accanto a riprese di paesaggi montani e visioni della campagna lombarda, mentre è testimoniata una sola opera storica, Garibaldi a Sesto Calende. Significative delle scelte dell’artista sono quindi le opere della Raccolta Assicoop Modena – Unipol: il piccolo cartoncino, Borgo Alpino, con la sua costruzione prospetticamente ben individuata e la tecnica compendiaria, o le tele di maggiori dimensioni, Paesaggio agreste e il tardo Paesaggio montano, del 1940. Sono, questi, paesaggi piani, di studiata costruzione, in cui le masse degli edifici si bilanciano e fanno da cornice agli alberi messi in primo piano. L’idea è quella della costruzione per linee centrali, come ci mostra il ruscello che porta lo sguardo sul monte con la complice disposizione dei soliti alberi spogli. Paesaggi invernali e malinconici nei quali ai colori sordi si affiancano piccole figure umane, piegate dal lavoro. È in Lombardia, nella Porto Ceresio tante volte fissata in pittura, che Lorenzo Gignous si spegne nel 1958.

Riferimenti bibliografici: Comanducci 1962, p. 854; Catalogo Bolaffi…1969, p. 232; Ginex (scheda) in Pinacoteca di Brera…1993, p. 292; Fiorini (scheda) in Rivi 2007, p. 65.

(Tomas Fiorini, 2008)