GOBBI DARIO

Fiesole (Firenze), 1893 – Nervi (Genova), 1979

Pittore specialista nel ritratto, ha buone doti di disegnatore che mette a frutto soprattutto come illustratore di libri per ragazzi, come informa l’autorevole Paola Pallottino, che ha firmato la voce biografica di Dario Gobbi sul dizionario Saur allgemeines Künstlerlexikon del 2007. Prima di questo ultimo intervento, la fonte più ampia sull’attività di Gobbi è il piccolo volume pubblicato nel 1980 dal collezionista e scrittore di cose d’arte Lando Landini, dal titolo Alpenore e Dario Gobbi. Il libretto – talvolta non del tutto affidabile nella indicazione di date e fonti bibliografiche – ha tuttavia il merito di fornire numerose notizie sulla vicenda di Gobbi e pubblica le fotografie di vari dipinti altrimenti difficilmente accessibili. Gobbi nasce a Quintole di Fiesole il 2 luglio 1893, nel 1898 con la famiglia raggiunge il padre Alpenore, pittore decoratore che da un anno aveva avviato una carriera di ritrattista a Montevideo. Dario impara l’arte dal padre che il 12 luglio 1908 gli fa allestire la prima mostra personale nella importante Galleria Moretti & Catelli di Montevideo. Il successo dell’esposizione gli procura commissioni di ritratti da esponenti della buona società uruguaiana, e nel 1910 una nuova personale alla Galleria Maveroff. Nel 1914 l’intera famiglia rientra a Firenze, così Dario presenta al Concorso Ussi il dipinto a olio La preda o Caterina Sforza presa prigioniera (Imola, Rocca sforzesca). Pochi mesi dopo si imbarca col padre per New York, dove trascorre gli anni della Prima Guerra Mondiale saltuariamente impegnato in attività di decoratore e nell’esecuzione del Ritratto del cardinale James Gibbons, ora a Washington, nel museo della Catholic University of America. Dopo il rientro in Italia visita Reggio Emilia – città d’origine della famiglia – dove esegue il Ritratto di Marianna Prampolini Tirelli e i figli, il Ritratto del chirurgo dottor Sforza al lavoro e tiene una mostra personale nel Palazzo del Comune. Nel 1921 espone la natura morta I sorrisi dell’oro alla mostra La Fiorentina Primaverile nel Palazzo del Parco di San Gallo a Firenze a cura della Società delle Belle Arti. Nel 1922 tenta la fortuna a Milano, dove prende in affitto una sala dell’Hotel Continental per una piccola esposizione personale. Il successo di quella mostra si registra anche sulle pagine della prestigiosa rivista “Emporium” che gli dedica un articolo corredato da ben sei illustrazioni. L’articolista elogia l’esposizione di più di dieci dipinti, e le doti di somiglianza dei ritratti messe in parte in ombra da difetti nella scelta e nell’uso del colore e una ricercatezza vistosa e esornativa che affligge soprattutto i ritratti femminili. Tra i dipinti illustrati nell’articolo infatti vediamo il Ritratto della signorina Maria Zini, adagiata tra stoffe preziose e petali di rose in postura artefatta e espressione ammiccante, secondo un gusto lezioso di provato successo commerciale già dai primi del secolo. La critica sofferma infine l’attenzione sulle doti di Gobbi nel disegno, sulle qualità di sintesi e freschezza del segno a sanguigna o a penna che possiamo riscontrare anche nell’opera nella Raccolta Assicoop Ritratto del prof. Zampighi (1919). Gobbi frequenta artisti importanti come Giulio Aristide Sartorio, Ruggero Panerai, Vittorio Matteo Corcos ed espone in numerose città dell’Italia settentrionale: nel 1924 a Monza alla Mostra del Ritratto femminile, nel 1925 all’Esposizione Internazionale dell’Acquerello di Milano, nel 1929 al Salone Micheluzzi di Trieste. Prosegue una ricca produzione di ritratti al momento purtroppo non rintracciati tra cui Ritratto della principessa Torlonia, Ritratto di Italo Svevo con la figlia, il Ritratto di Vincenzo Irolli, il Ritratto di Ruggero Panerai e il Ritratto della moglie del banchiere Seligmen. Le doti di disegnatore sono determinanti nella seconda parte della carriera, quando tra il 1947 e il 1964 si specializza nel settore dell’illustrazione, collaborando a periodici come “Confidenze di Liala” (1949-1950), o curando l’apparato illustrativo di libri per ragazzi, tra cui ricordiamo Sette pelli di castoro di Erick Berry pubblicato da Vallardi nel 1950, Mattutino verdiano. Infanzia e giovinezza di Giuseppe Verdi di Bruno Paltrinieri uscito presso SEI di Torino nel 1953 e nel 1955 il racconto Neroccio della tortuca di Lea Bindi Senesi. Nel febbraio 1964 si ritira a Nervi con la sorella Margherita dedicandosi prevalentemente all’esecuzione di piccoli paesaggi di ispirazione postimpressionista. L’artista si spegne nel febbraio 1979. Nel 2009 il comune di Montecchio Emilia, antico luogo d’origine della famiglia Gobbi, ha allestito una mostra nel Castello dal titolo Montecchiesi altrove: Alpenore e Dario Gobbi, con più di ottanta opere provenienti in gran parte dalle collezioni private Landini, Vaiani e Ghiacci ma anche da raccolte pubbliche come i Musei Civici di Reggio Emilia e il Comune di Montecchio.

Riferimenti bibliografici: Berry 1950; Paltrinieri 1953; Carrara 1954; Bindi Senesi 1955; A.C.C., Per un artista… 1922; Vibì 1922; Cronache…1935; Landini 1980; Pallottino 2007 (con bibliografia e esposizioni)

(Elisa Montecchi, 2010)