Ferrara, 1939
Acquistate in diverse occasioni, le opere di Goberti ora nella collezione Assicoop ben documentano il percorso storico-artistico, sofisticato e sottile, colto ed ironico, di una maestro ferrarese dell’arte figurativa nell’arco di circa mezzo secolo. Richiami alla Nuova Figurazione ed Espressionismo Astratto, all’Optical e alla Pop Art, a Gnoli e a Magritte, all’Iperrealismo come al Surrealismo, hanno infatti contraddistinto la sessantennale ricerca del pittore, a partire dal 1957, anno del suo esordio nell’alveo dell’istituto d’arte “Dosso Dossi” di Ferrara (scuola che poi si troverà egli stesso a dirigere) sino ai giorni nostri. Allievo altresì dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, espositore sia alla Quadriennale di Roma che alla Biennale di Venezia, il Goberti più caratteristico è quello che rappresenta specchi e poltrone a righe, cieli legati e corde, tessuti con i nodi e camicie a strisce: la raffigurazione degli oggetti acquista valenza simbolica, l’ironia travalica la citazione, la figura umana è progressivamente azzerata.
Nel nucleo di opere ora in Raccolta Assicoop ciò si evidenzia in modo precipuo, a partire dalle onde di quel “mare optical” del 1972 sino al guantone da bagno del 1987, già pubblicato nel catalogo della antologica allestita presso il Museo Civico di Ferrara. La consistenza tattile qui vorrebbe evocare quella della canapa, uno dei materiali prediletti dal pittore: spesso nei suoi “nodi” i canapi si annodano o si spezzano, deflagrando in particelle minute, dove le corde e i tessuti assumono un forte significato metaforico, incentrato su ciò che unisce e ciò che divide, in un simbolismo di perspicua resa espressiva.
All’artista ferrarese intriga poi l’uso dei materiali diversi, sovrapposti, incollati (carte e tele su legno), ritagliati e segati, come nel dipinto eseguito a Sanli Urfa, in cui la cornice dipinta e il cavalletto da pittore diventano ingegnoso trompe-l’oeil. Qui l’artista ha sviluppato il tema dei pesci sacri nell’antica Edessa, località della Turchia in cui egli si è recato nell’estate 2009, con lo spirito postmoderno che muoveva – che so? – Franco Battiato, realizzando un ciclo alquanto originale, esposto a fine 2009 nella “Galleria del Carbone” a Ferrara e quindi riproposto nel 2021 presso “Faro Arte” a Marina di Ravenna. Il dipinto oggi dell’Assicoop vi è stato pubblicato in entrambi i cataloghi, seppur con titolo diverso.
L’ironia che ha sempre mosso il nostro artista-viaggiatore si evidenzia infine nella camicia a righe pervenuta alla collezione da un’asta milanese: la casacca di un detenuto, impeccabilmente resa, sembra prolungarsi, in un anelito alla fuga, nella cornice del quadro, ridipinta più o meno usando una tavolozza dai medesimi toni, dalle analoghe campiture.
Gianfranco Goberti è rappresentato in alcune delle più importanti raccolte d’arte del territorio: da quella del Comune di Portomaggiore all’altra della Camera di Commercio di Ferrara, per finire alla Civica Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara.
Riferimenti bibliografici: Gianfranco Goberti, Ferrara, Padiglione d’Arte Contemporanea, Introduzione di Flaminio Gualdoni, Comune di Ferrara, 1987; Goberti. Le carpe sacre di Sanli Urfa, Ferrara, Galleria del Carbone, Introduzione di Lucio Scardino, Ferrara, 2009; Goberti. A Oriente, Marina di Ravenna, Galleria Faro Arte, Introduzione di Lucio Scardino, Ravenna, 2021.
Lucio Scardino (2021)