Carpi (Modena), 1857 – Milano, 1931
Carlo Grossi nasce a Carpi il primo marzo 1857. Di famiglia piccolo borghese inizialmente si forma in Carpi sotto la guida di Lelio Rossi. Nel 1872 inizia a frequentare il Regio Istituto di Belle Arti di Modena, iscrivendosi ai corsi di disegno di Antonio Simonazzi, di lingua di Giuseppe Zattera e di scenografia di Ferdinando Manzini. Le prime opere superstiti certe di Grossi sono del 1877: si tratta di una veduta della chiesa di San Nicolò di Carpi (oggi conservata presso il museo civico carpigiano) e di alcuni bozzetti scenografici, probabilmente progetti per sipari; tuttavia è molto probabile che abbia preso parte alla decorazione di Palazzo Meloni, oggi Villa Ferrari, nel 1875, insieme ai suoi maestri carpigiani e Fermo Forti, di poco più grande. Proprio nel periodo 1877-1885 si concentra soprattutto sulla scenografia, seguendo l’insegnamento di Lelio Rossi prima e Ferdinando Manzini poi. Datano 1880 i bozzetti per le scenografie teatrali del Rigoletto di Verdi, Roberto il Diavolo di Meyerbeer e Aida di Verdi: probabilmente in quest’ultima occasione Grossi ha occasione di collaborare in modo stringente con Ferdinando Manzini per l’allestimento modenese del 1880-81. Datano invece 1885 i bozzetti scenografici per Operetta Fantastica o Fiaba e per le opere Roberto il Diavolo di Meyerbeer, Lucia di Lammermoor di Donizzetti e I Vespri siciliani di Verdi. Tuttavia proprio nel 1885 abbandona repentinamente la scenografia, nello stesso anno si trasferisce a Milano e inizia l’intensa attività di decoratore che lo porta, nel 1893, fino a Lisbona per la decorazione del teatro regio Donna Amelia, lo stesso per il quale Fermo Forti realizza il sipario nel 1894. Il percorso di Grossi e Forti si intreccia nuovamente: tra 1894 e 1895, dopo l’intervento di Forti del 1890, Grossi arricchisce palazzo Foresti-Severi in Carpi con pannelli murali di chiara ispirazione liberty. Le allegorie del giorno e della notte rese tramite flessuose personificazioni femminili rimandano, nel tema e nella forma, all’opera di Alphonse Mucha, all’epoca attivo a Parigi. Nel 1890 partecipa all’Esposizione Artistica di Carpi ottenendo una menzione d’onore, mentre nel 1892, nel 1897 e nel 1899 espone alla Triennale di Modena. Nella prima occasione modenese presenta i due dipinti a olio Prosa e poesia e Fiori di bosco, opera poi acquistata da Davide Diena per 250 lire, con la quale si aggiudica un diploma di menzione d’onore. Nella seconda occasione modenese presenta Fiori, in seguito acquistato dal Comune di Modena per 200 lire. Nel 1900 partecipa insieme ai pittori milanesi Pirro Bottaro e Giuseppe Caremi al concorso per la decorazione della chiesa di San Giovanni di Busto Arsizio. Inizia così un trentennio in cui Grossi si concentra prevalentemente sulla realizzazione di decorazioni per le chiese lombarde. Tra 1901 e 1911 si dedica in modo quasi esclusivo alla decorazione della chiesa di Busto Arsizio per la quale, proprio nel 1911 si occupa anche del restauro dei dipinti murali di Biagio Bellotti. L’ultimo intervento per la parrocchiale di Busto Arsizio risale al 1923. Risulta firmata e datata 1913 la pala d’altare per la chiesa della Visitazione di San Paolo del Brasile raffigurante L’apparizione del Sacro Cuore alla Beata Maria Margherita Alacoque. Data 1918 la pala per la parrocchiale di Castellanza di Varese raffigurante il Transito di San Giuseppe. Proprio dal 1918 circa si ha testimonianza della ripresa del filone floreale che ha caratterizzato le prime opere di Grossi. La produzione a soggetto floreale attraversa tutto l’ultimo periodo di produzione di Grossi e sembra rimandare a una riflessione personale, a un ripiegamento riservato, a una intimità ristretta e segreta. Le opere da cavalletto, spesso di gusto decorativo, come le quattro tele raffiguranti le stagioni per un salotto di Casa Lugli a Carpi, realizzate nel 1919, o il paesaggio marino con albero del 1924, caratterizzano la produzione del Grossi del secondo e del terzo decennio del XX secolo. Si tratta di realizzazioni che palesano la poetica liberty che attraversa tutta la produzione di Grossi, ma che al contempo restituiscono suggestioni derivanti dalle opere di genere alla Zampighi o alla Bellei. Nel 1929 realizza la pala per l’altare del transetto sinistro della Cattedrale di Carpi raffigurante il Sacro Cuore di Gesù e, l’anno successivo, il sotto quadro della terza cappella di sinistra, raffigurante Santa Teresa di Lisieux. Risalgono al 1930 anche le due opere, commissionate dalla ricca borghesia carpigiana, Ritratto di Bianca Cappello e Ritratto di Matilde Cappello che ancora una volta mostrano tangenze, in questo caso non iconografiche, ma stilistiche con l’opera di Gaetano Bellei. Il trattamento del volto, lo sfumato del manto e lo sfondo evanescente sembrano rimandare al Busto di Fanciulla, all’incirca coevo, recentemente acquistato dalla Collezione Unipol-Assicoop di Modena sul mercato antiquariale. Rimanendo in ambito carpigiano, Grossi cura la realizzazione della decorazione muraria della Cappella della famiglia Pederzoli presso il cimitero cittadino (XXXI arcata), raffigurante la Gloria degli Angeli. Nell’anno della morte Grossi realizza alcune vedute alpine di Caspoggio in Val Malenco, luogo di soggiorno degli ultimi anni di vita del pittore. Carlo Grossi muore a Milano il 12 novembre 1931. Il comune di Carpi gli dedica una mostra postuma collettiva nel 1948, e due mostre personali nel 1966 e nel 2002.
Riferimenti bibliografici: Esposizione artistica carpigiana, in “Il Panaro”, 8 marzo 1890; All’esposizione Artistica, in “Il Panaro”, 14 aprile 1890; Echi dell’Esposizione artistica industriale, 23 aprile 1890; La Mostra Artistico-Industriale, «Il Marchese Colombi», anno V, n. 16, 18 aprile 1897; Società d’Incoraggiamento per gli artisti della Provincia di Modena. Albo dell’VIII triennio, Modena, 1892; Società d’Incoraggiamento per gli Artisti della Provincia di Modena. Albo della mostra del 11° Triennio 1894 – 1895 – 1896, Modena, 1897b; Il pittore Carlo Grossi, “Il Panaro”, 20 novembre 1910; Mostra di pittori carpigiani dell’800, in “La Gazzetta di Modena”, 24 maggio 1948; Mostra di Carlo Grossi. 1857-1931, catalogo della mostra Carpi, Modena 1966; E. Landi, Scheda, in M. P. Marzocchi – G. Pesci – V. Vandelli, Liberty in Emilia, Modena 1988, pp. 130-131; A. Garuti – D. Colli – R. Pelloni, Terra e Cielo. La decorazione tra ‘800 e ‘900 negli edifici di Carpi – Correggio – Novi – Soliera, Modena 1894, pp. 7-18, in partic. p. 14; A. Garuti – D. Colli, Carpi. Guida storico artistica, Carpi 1990, pp. 63, 69, 100, 102, 150, 152, 183, 215, 285, 324; G. Matinelli Braglia – P. Borsari (a cura di), Carlo Grossi. Pittore Liberty tra Emilia e Lombardia (1857-1931), Carpi 2002 (con bibliografia); A. Barbieri, A regola d’arte. Pittori Scultori Architetti Fotografi Scenografi Ceramisti Galleristi Critici e Storici d’Arte nel Modenese dell’Ottocento e del Novecento, Modena 2008, p. 138 (con bibliografia).
(Elisa Bellesia, 2010)