MAGNAVACCA UBALDO

Modena, 1885 – Lerici, 1957

Ubaldo Magnavacca nasce a Modena il 22 agosto 1885; tra 1900 e 1907 frequenta il Regio Istituto di Belle Arti di Modena (Archivio di Stato di Modena, Fondo Istituto d’Arte A.Venturi, b. 178, Ruolo degli alunni ammessi al Regio Istituto di Belle Arti in Modena) sotto la guida del napoletano Salvatore Postiglione e nel 1906 vince il premio Magnanini. L’anno successivo il negozio cittadino Stanguellini espone il suo ritratto di Ettore Giuliani dal titolo Sportmann-boulanger. Nel 1908 partecipa al Concorso Poletti con lo pseudonimo In Labore Spes presentando Guido Mazzoni che modella uno dei suoi capolavori come saggio e Il minatore come prova estemporanea (Modena, Archivio Storico del Comune, Atti Amministrativi, 1908, b. 521, Lascito Poletti-Eredità): si aggiudica il secondo premio ex aequo con Giuseppe Moscardini assieme al quale realizza Sole di settembre, Testa di vecchio e Maternità per la Triennale della Società di Incoraggiamento di Modena del 1909. Come altri artisti modenesi partecipa attivamente alla vita socio-culturale della sua città espone alla Mostra Artistica a favore della Croce Verde nel 1910; nel 1912 è invece nuovamente presente alla Triennale della Società di Incoraggiamento con tre pastelli che vengono premiati nella sezione bianco e nero. Nel dicembre del 1912 partecipa per la seconda volta al Concorso Poletti con lo pseudonimo Spes, presentando come saggio Le Isole fortunate e come ex tempore Il culto dei morti: si aggiudica il primo premio, tuttavia, per superati limiti di età del concorrente, il premio non viene assegnato e il concorso dichiarato deserto (Modena, Archivio Storico del Comune, Atti Amministrativi, 1912, b. 644, Eredità). Negli anni immediatamente successivi si dedica alla ritrattistica, esportando la propria opera anche fuori dal territorio provinciale, e inizia a cimentarsi con il medium calcografico; intorno alla metà del secondo decennio del secolo l’interesse dell’artista si sposta verso le vedute cittadine: nel 1915 vince il prestigioso premio internazionale Curlandese con l’acquaforte Abside del Duomo di Modena, presentata l’anno seguente all’Esposizione dell’Incisione Italiana di Londra insieme a Ponte dei sospiri, I costruttori di pozzi e La Cattedrale di Reims. Subito dopo la conclusione della prima guerra mondiale partecipa alla Triennale della Società di Incoraggiamento di Modena, appuntamento che marca il passo della carriera artistica di Magnavacca fin dagli esordi (1906, 1909, 1912, 1918, 1921, 1924, 1930, 1933, 1936, 1939, 1945), e nel 1919 alla Promotrice di Torino presenta l’acquaforte Arco di Tito. A questo periodo rimontano probabilmente le incisioni Absidi dell’Abbazia di Nonantola, Palazzo Ducale a Venezia e Le tre età (Raccolta Assicoop Modena – Unipol). Tra 1920 e 1930 prende parte a cinque edizioni della Biennale di Venezia; all’inizio si presenta con vedute cittadine come Torre dell’abbazia, mentre nelle edizioni successive inizia ad approfondire tematiche legate al lavoro come Lavandaie e Aratura del 1922 o Il falciatore del 1924. Alle edizioni del 1926 e del 1930 presenta alternativamente acqueforti rappresentanti vedute cittadine e lavori quotidiani; proprio a questo periodo risale l’elaborazione dell’acquaforte Armonie del ritorno, probabilmente una delle opere più impegnative e connotanti la ricerca dell’artista sul tema del lavoro. Magnavacca iniziò a riflettere su tale soggetto fin dal 1909: ne è prova l’opera Ritorno dal pascolo, presentata e venduta subito a privati acquirenti in occasione della Triennale d’Arte. I prestigiosi riconoscimenti ottenuti, come la medaglia d’oro al concorso Acquaderni di Bologna del 1922 o la medaglia d’oro all’Esposizione Nazionale di Torino con l’opera Il tramonto del sole nel 1923, portano Magnavacca in commissione al Concorso Poletti di Modena tra 1924 e 1929 (nuovamente nel 1942); inoltre, agli anni venti risalgono altre partecipazioni ad appuntamenti significativi come l’Esposizione Internazionale Biennale di Roma del 1924. Nel medesimo lasso di tempo Magnavacca si occupa anche di scultura, realizzando soprattutto opere commemorative, come il Monumento ai postelegrafonici della provincia morti in guerra nel 1924 o la Targa commemorativa a Giulio Vassale presso l’università di Modena nel 1927. Nel 1934 a Bologna espone sia al Circolo della stampa che alla Mostra del Paesaggio, dove presenta Predappio. Tra gli anni trenta e quaranta Magnavacca, nel pieno della propria carriera artistica, insegna, in qualità di maestro di Figura, alla Scuola serale del Nudo presso l’Istituto d’Arte di Modena; a questo periodo, per il particolare trattamento a spatola del colore, si possono far risalire Paesaggio con alberi, Nuvoloni temporaleschi e Ritratto di donna (Raccolta Assicoop Modena – Unipol), quest’ultimo probabilmente realizzato attorno al 1946. Verosimilmente al periodo dell’insegnamento rimontano alcune delle poche fusioni bronzee note del maestro come Maternità (Raccolta Assicoop Modena Unipol), dove la gravità della materia plasmata esalta la forza del legame madre-figlio e al contempo, di contro, ne sottolinea la tenerezza. Nel 1947 espone alla collettiva di artisti modenesi presso la Saletta degli Amici dell’Arte; proprio la Saletta due anni dopo gli dedica una personale, nella quale vengono esposte: Sinfonia drammatica, Riposando sul piano, Madre, Il torrente, Il ponte, Sull’argine, Per il pane, Prime gocce, Fatiche, Gesù, Costume del ‘700, Nella stalla, La nube bianca, L’albero che pende, A sera. Nel 1950 la sua opera Ponte del Paradiso è presente nel catalogo del Premio Michetti. Il poeta e collezionista Ferruccio Cambi si dedica alla prima ricca monografia dell’artista nel 1954. Ubaldo Magnavacca muore a Lerici il 2 agosto 1957.

Riferimenti bibliografici: All’Esposizione triennale…1909; Il ‘bianco e nero’…1912; Coen 1914; Bertoni 1992, p. 121; Fuoco 1993, pp. 40-41; Raimondi Zanfi 1999, pp. 154-155; Ubaldo Magnavacca…2002.

(Elisa Bellesia, 2008)