MASINELLI LEO

Modena, 1902 – Venezia, 1983

Leo Masinelli nasce a Modena l’11 dicembre del 1902 da Carlo Masinelli e Maria Boni (Modena, Archivio Storico del Comune 1925, b. 1092, Eredità Poletti). Dal 1920 al 1924 frequenta il Regio Istituto di Belle Arti di Modena avendo per maestro Gaetano Bellei. Finiti gli studi nella sua città natale s’iscrive all’Accademia di Belle Arti di Bologna. (Archivio di Stato di Modena, Fondo Istituto d’Arte A.Venturi, b. 179: n. 2, 1920-21; n. 41, 1921-22; n. 1, 1922-23; n. 25, 1923-24).
Nel 1924 partecipa al concorso di pittura per il Pensionato Poletti col saggio Un episodio dei fioretti di S. Francesco classificandosi al secondo posto ex equo con Giorgio Provetti, ma rinuncia al premio (Modena, Archivio Storico del Comune, 1925, b. 1092, Eredità Poletti – l’opera verrà poi donata dall’artista allo stesso pensionato). L’anno successivo ritenta il concorso, questa volta nella sezione di scultura e lo vince, anche se in seguito l’artista si dedicherà quasi esclusivamente alla pittura e all’incisione (Modena, Archivio Storico del Comune, 1925, b. 1092, Eredità Poletti). Grazie al pensionato si trasferisce a Roma per il perfezionamento ed entra in contatto con indirizzi artistici diversi che, innestandosi sulle sue esperienze precedenti, determineranno una pluralità di possibili linguaggi, variamente adottati dall’artista lungo tutta la prima metà del secolo scorso: dalla matrice postimpressionista maturata a Modena, fino ad un certo neosecentismo all’olandese (es. Mele, 1926, Raccolta d’Arte della Provincia di Modena), passando per le più ampie e aggiornate esperienze novecentesche. Inoltre, dal 1937 al 1943 Masinelli apre uno studio a Milano approfondendo così le proprie conoscenze delle varie poetiche del gruppo ‘Novecento’. A questo ultimo filone appartengono infatti alcune opere di grande formato come, ad esempio, Due pittori e La pattuglia (esposto alla XXIII Biennale di Venezia nel ’42). Questi dipinti sono caratterizzati da figure dalle superfici ampie, costruite con un senso plastico sicuro che rivela l’importanza degli studi di scultura seguiti dall’artista all’Istituto Venturi, e da un colore chiaro e diffuso che ne accentua l’immobilità, facendole così risultare come ‘sospese’ in uno spazio fuori dal tempo.
A partire dagli anni quaranta però Masinelli compie l’ultima e definitiva svolta artistica della sua lunga carriera. Subito dopo l’esperienza alla Biennale veneziana, infatti, l’artista entra in contatto con la ‘Scuola di Burano’. L’incontro è facilitato dai conterranei e colleghi Mario Vellani Marchi e Tino Pelloni che già da qualche tempo si erano votati al Chiarismo presente in laguna. I toni chiari utilizzati in precedenza si stemperano sempre più e la pennellata si fa più aperta.
Nel 1945 Masinelli fissa la sua residenza definitiva a Venezia e l’anno successivo vince il premio Santa Lucia al concorso Nazionale del Paesaggio Lagunare a Burano.
Nonostante la mobilità dell’artista lungo tutta la sua carriera, i contatti di questo ultimo con Modena rimangono sempre molto forti. Infatti, oltre ad aprire uno studio in via dei Servi, Masinelli partecipa regolarmente dal 1924 al 1945 e poi dal ’50 al ’53 alle Triennali d’Arte promosse dalla Società di Incoraggiamento e nel ’25, ’26 e ’29 alle esposizioni organizzate dall’Associazione ‘Famiglia degli Artisti’. Nel 1935 prende parte alle celebrazioni tassoniane di Modena e nello stesso anno arriva secondo al Concorso Cavazzoni (Modena, Archivio Storico del Comune, atti di amministrazione, 1935, b. 1450, Eredità Poletti). Nel 1947 partecipa a una collettiva organizzata dall’Associazione Amici dell’Arte con Un canale a Burano e alla I Mostra Nazionale di pittura ‘Premio Modena’. L’anno seguente espone al Caffè Nazionale con una mostra personale organizzata sempre dall’Associazione Amici dell’Arte e nel 1949 partecipa alla Mostra Sindacale di pittura e scultura. Ancora nel ’49 viene premiato con l’opera Natura morta alla Mostra Regionale d’Arte e nel 1950 Sandro Bergonzoni presenta alla Saletta una seconda personale dell’artista. Due anni più tardi si tiene la terza personale sempre a Modena in Via Farini e nel 1957 la quarta, presentata ancora una volta da Bergonzoni (Vedute veneziane). Nel 1960 la quinta personale presso la Sala della Cultura del Comune di Modena (presentazione di Carlo Dalla Zorza).
Nel frattempo espone anche a Piacenza (1934, Mostra d’Arte), Bologna (1934 – 1936, IV e V Mostra Interprovinciale), Milano (1940 VII Triennale d’Arte), Roma (1951 VI Quadriennale Nazionale d’Arte), Trento (1967) e Dolo (1973, presentazione di Ghilardi).
Nel 1983, anno della morte di Masinelli, avvenuta a Venezia il 24 gennaio, Ghilardi presenta l’ultima personale dell’artista nella sua città natale.

Riferimenti bibliografici: Fanfulli 1934; Celebrazioni…1935; Quinta Mostra…1936; Lusardi 1948; Bergonzoni 1950; S.G. 1950; Grim 1952; Bergonzoni 1957; Dalla Zorza 1960; Rubboli 1967; Ghilardi 1973; Ghilardi 1983; Frigieri Leonelli 1987; Barbolini Ferrari 1990; Guandalini 1990; Bertoni 1992; Fuoco 1993; Martinelli Braglia 1997; Martinelli Braglia 2002.

(Giuseppe Virelli, 2008)