MAZZONI GIUSEPPE

Modena, 1881 – Genova, 1957

Figlio di Serafino, nel 1895 Giuseppe Mazzoni si iscrive al Regio Istituto di Belle Arti di Modena diplomandosi nel 1901 in Pittura e Decorazione sotto la guida di Alfredo Tartarini (Archivio di Stato di Modena, Fondo Istituto d’Arte A.Venturi,, Ruolo degli alunni ammessi al R. Istituto di Belle Arti, bb. 178, anni 1895-1901). In quell’anno riceve un premio di incoraggiamento all’Esposizione artistica industriale; ottiene inoltre con l’opera L’arte non ha patria il primo premio al Concorso Poletti di architettura per il quadriennio 1902-1905 e il relativo pensionato romano (Modena, Archivio Storico del Comune, Atti di amministrazione, 1901, b. 369; 1902, b. 388; 1906, b. 472; 1908, b. 521, Eredità Poletti): può così frequentare l’Accademia di Belle arti, divenendo amico del futuro famoso architetto Marcello Piacentini.Sempre a Roma consegue il diploma di architettura vincendo il “Pensionato di Architettura Stanzani”.
Nel 1906 partecipa alla Triennale d’arte antica e moderna della Società d’incoraggiamento (presso la quale è presente anche negli anni 1906-11, 1915-17 e 1942-44) con progetti architettonici che gli valgono la medaglia d’oro del Comune di Modena; esegue inoltre per lo stabilimento romano Marzi una litografia a tre colori, utilizzata come manifesto dell’ottavo centenario del Duomo di Modena. Nello stesso anno, assieme all’amico Alberto Artioli, Mazzoni vince il concorso per affrescare le quattro arcate di sostegno della cupola del Santuario della Beata Vergine di Fiorano; il lavoro, con sei episodi della vita della Vergine, è portato a termine nel 1907. In seguito Mazzoni eseguirà nella stessa chiesa degli episodi della vita di San Giovanni Battista. In quell’anno consegue poi un premio nella sezione Architettura a Vignola, in occasione delle “Feste centenarie” dedicate a Jacopo Barozzi.
Attorno al 1907 Mazzoni è insegnante d’ornato a Modena e, nel 1908, di disegno a Sassari. In quella città apprende l’arte della silografia presso l’intagliatore Clementi. In Sardegna è attratto dalle scene in costume tipico sardo. Nello stesso 1908 progetta a Roma, presso il Palazzo dell’Istituto di Agricoltura a Villa Borghese, la decorazione interna che realizza assieme ad Alberto Artioli e Ermenegildo Luppi. A Modena esegue invece silografie di monumenti cittadini, oltre che le sue prime stampe con la tecnica dell’acquaforte.
Nel 1910 assieme ad Alberto Artioli, Benito Boccolari, Evaristo Cappelli, Maria Cappello, Giuseppe Graziosi, Armando Manfredini e Pio Semeghini, Mazzoni si fa promotore di un’esposizione intesa a rinnovare il panorama artistico locale. L’anno successivo partecipa all’Esposizione d’arte dell’Associazione degli artisti e della stampa. Nel 1912, sempre in città, Mazzoni espone le incisioni Infanzia, Giovinezza, Maturità presso la libreria Vincenzi, oltre a partecipare all’Esposizione Triennale d’Arte con due piccoli quadri raffiguranti soggetti in costumi sardi, due di costumi settecenteschi e due illustrazioni per “Satiricon”. Nel maggio dello stesso anno partecipa all’Esposizione di Belle Arti di Genova e in giugno alla mostra bolognese del “Bianco e nero”. Nel 1914 espone a Modena tre disegni a penna.
Mazzoni partecipa alla prima guerra mondiale come ufficiale, traducendo la sua esperienza in un vasto numero di stampe litografiche. Realizza schizzi veloci a matita, acquerello, china e con tecnica mista, concependoli come dei reportage di guerra. I suoi disegni, eseguiti su carta da trasporto, raffigurano le trincee del Carso e diversi episodi della vita dei soldati, prigionieri, feriti, cavalli, ma anche gli scontri frontali, le officine di guerra o i momenti di riposo. Tale produzione trovava una larga diffusione poiché Mazzoni inviava le sue opere a testate come “L’Illustrazione Italiana”, “Il Secolo Illustrato”, “L’illustrazione del popolo” e alla rivista militare “La Tradotta” (1918-1919), molto nota tra i soldati. Su questa in particolare realizza le pagine a vignetta dell’Imboscato, su versi di Renato Simoni.
A guerra finita, Mazzoni si stabilisce a Genova dove insegna storia dell’arte in una scuola pubblica.
Escluso dalla selezione per la realizzazione del progetto nazionale del monumento al Fante da erigersi sul Monte San Michele nei pressi di Gorizia, progetta la facciata della chiesa di Fabbrico (a Reggio Emilia). È inoltre l’autore di scenografie per il teatro Carlo Felice di Genova. Nella stessa città, nel 1924 partecipa col progetto “Diana” al concorso nazionale per l’arco trionfale in memoria dei caduti genovesi della prima guerra mondiale.
L’attività incisoria di Mazzoni continua anche nel primo dopoguerra con l’illustrazione dei “Classici del ridere” e del mensile di novelle “Simpaticissima” pubblicati da Angelo Fortunato Formiggini, oltre che di diversi volumi di Orlandini (di questi ricordiamo La leggenda di S. Pellegrino dell’Alpe con sedici tavole).
Nel 1943 Mazzoni affresca il Santuario di San Clemente a Bastiglia. Suoi sono anche gli affreschi eseguiti nell’abside della chiesa di Sozzigalli e quelli di gusto neobarocco della chiesa di Nirano (1950). A Modena realizza decorazioni interne di soffitti di scaloni in palazzi del centro storico. L’importante attività di decorazione di edifici religiosi troverà conferma in territorio genovese.
Negli ultimi anni di vita la salute malferma gli impedisce di portare avanti altri progetti, come quello di un ciclo pittorico a tempera in Casa Lunardi a San Pellegrino in Alpe e il restauro degli amati affreschi nel cortile del Palazzo ducale di Sassuolo.
Per via della residenza genovese la partecipazione di Mazzoni a rassegne modenesi è sporadica. Tra le poche esposizioni di cui si hanno notizie è la Mostra Nazionale d’Arte Contemporanea del 1946.
Nella sua produzione pittorica, più in generale, ricordiamo gli acquerelli raffiguranti scorci di paesaggi liguri, accolti con particolare favore in occasione di una mostra realizzata a Buenos Aires in collaborazione con l’Ente del Turismo di Genova.
Da un punto di vista tecnico Mazzoni mostra un notevole interesse per la tempera, non escludendo soluzioni monocrome come nelle opere Piazza Grande a Modena e I maggi, quest’ultimo presente nelle raccolte d’arte della Provincia di Modena.
Nella Raccolta Assicoop Modena – Unipol è presente il dipinto ad olio su tavola Libia italiana, (l’Ascaro). Tra le numerose opere a stampa del Mazzoni ricordiamo anche quelle realizzate in acquaforte e acquatinta raffiguranti vedute della città vecchia di Genova.

Riferimenti bibliografici: I premiati all’Esposizione…1901; Concorso Poletti…1901; Società d’Incoraggiamento…1906; C.C., Esposizione d’arte…1906; Il concorso…1906; Artisti concittadini…1908; Cronaca cittadina…1910; Un artista…1912; Il “bianco e nero”…1912; Un artista modenese…1920; Caselgrandi 1920; Pedrazzi 1920; Mazzoni 1921; Giuseppe Mazzoni 1924; È morto a Genova…1957; Comanducci 1962; Silingardi 1979; Guandalini 1990; Silingardi – Barbieri 1998.

(Stefano Bulgarelli, 2008)