MURATORI RAIMONDO

Modena, 1841 – 1885

Raimondo Muratori nasce a Modena il 30 agosto del 1841. Frequenta l’Accademia Atestina per sedici anni: dall’anno scolastico 1854-55, quando risulta iscritto al primo anno delle classi di Elementi d’Ornato e di Figura e Paesaggio, fino al 1869-70, quando compare contemporaneamente sui registri delle classi di Architettura, Pittura, Figura, Nudo e Prospettiva. Nel 1856-57 passa dalla classe di Elementi a quella di Figura, mentre due anni dopo è già iscritto a quella di Ornato. Al decimo anno accede alle classi di Pittura, Nudo, ed Elementi di Prospettiva, mentre già frequentava quella di Architettura dal 1867-68. Nel 1859 si era messo in luce grazie al saggio presentato in Disegno dai gessi; altri premi interni gli erano poi stati assegnati nel 1860 per la classe di Paesaggio dipinto e per quella di Disegno dai gessi. Nel 1861 compare due volte: la prima volta per la partecipazione alla mostra interna con due opere, un paesaggio a olio dal vero, premiato, e un cartone a due lapis dal gesso del Discobolo; mentre la seconda risulta tra coloro che beneficiano di un sussidio. Nel 1862 partecipa alla sesta Triennale, la prima per lui, con diverse opere: un nudo, un disegno a due lapis, premiato, e Orto botanico, acquistato dalla Società d’Incoraggiamento per centosessanta lire. I rapporti con la Società dovevano essere però più profondi se nell’Albo della quinta e sesta Triennale vengono affidate a Muratori due traduzioni litografiche di opere in concorso: Cascate di Tivoli di Beccaluva e Villa Borghese di Prampolini. Nel 1865 ottiene un riconoscimento al concorso Magnanini con il Mosè che spezza le tavole della legge (Modena, Istituto d’Arte Venturi), lo stesso dipinto che l’anno successivo presenterà a Modena assieme all’Abele morente, al bozzetto Adamo ed Eva e alla Famiglia del povero cieco. Nel 1872 partecipa a un’esposizione a Milano con Nudo virile del 1870 (Modena, Istituto d’Arte Venturi), due nudi e il Mosè. È verosimilmente nel corso dell’ottavo decennio che Muratori entra a far parte del corpo docente dell’Accademia, come sembrano certificare le due partecipazioni in commissioni del premio Poletti: la prima volta nel 1881, quando la Resfa del Bellei viene stroncata (Modena, Archivio Storico del Comune, Atti di amministrazione, 1881, b. 968), la seconda nel 1884, a pochi mesi dalla morte (Modena, Archivio Storico del Comune, Atti di amministrazione, 1884, b. 10, Eredità Poletti).
Il 1873 è l’anno indicato sulla tela della Raccolta Assicoop Modena – Unipol, raffigurante lo scomparso Vicolo del Bue, un’opera di buon livello qualitativo, indicativa dei cambiamenti intervenuti in appena dieci anni, all’interno dell’Accademia, sul problema del vero. Per la composizione il pittore si serve di una fotografia (Modena, Deputazione di Storia Patria), probabilmente realizzata dallo stesso Muratori, il cui confronto mette in evidenza un significativo modus operandi: il personaggio centrale, poi eliminato nel dipinto, denuncia l’artificiosità della scena frutto di una calibrata composizione. L’adesione al verismo quindi, per un pittore di forte impronta accademica, certamente conscio dell’uso documentaristico e sociale che della fotografia si andava facendo in quegli anni, passa attraverso l’uso del nuovo mezzo solo a patto di filtrarne i risultati con una calibrata composizione e la successiva rielaborazione in studio. Dello stesso scorcio cittadino produrrà più tardi una diversa interpretazione il pittore Valentino Valenti (come risulta oggi da documentazione fotografica). Più che il quadro del Muratori, le cui vicende collezionistiche non sono note, è probabilmente la stessa ripresa fotografica a ispirare Valenti, in un clima culturale però completamente diverso, coi suoi personaggi di sapore secentesco affacciati a un improbabile balcone.
Nel 1877 Muratori propone il ritratto del proprio maestro, Luigi Asioli (Modena, Istituto d’Arte Venturi), ancora una volta utilizzando come supporto per l’indagine una stampa fotografica. Nella produzione di Raimondo Muratori si segnalano infine due committenze ecclesiastiche, in cui si può rintracciare l’adesione a moduli consolidati, di malatestiana memoria: la tela dell’Immacolata concezione e santi, eseguita nel 1873 per la parrocchiale di San Giacomo Maggiore di Cadè (Reggio Emilia), e la Sacra Famiglia, di data imprecisata, per la parrocchiale di Borzano di Albinea. Sacra Famiglia è anche il titolo di una tela andata a Pietro Manzieri, per cinquecento lire, nella Triennale del 1878. Muratori muore a Modena il 21 aprile del 1885 all’età di 43 anni.

Riferimenti bibliografici: Albo…1862; Società…1879; Farioli (scheda) in Modelli d’arte…1998, pp. 204, 269; Martinelli Braglia in Ferriani 1998, p. 242; Rivi 2007, p. 19; Fiorini (scheda) in Rivi 2007, pp. 69-70.

(Tomas Fiorini, 2008)