QUINTAVALLE NOËL (NOELQUI)

Ferrara, 1893 – Alassio, 1977

Nacque a Ferrara il 23 dicembre 1893, ma ben presto la famiglia si trasferì prima a Pavia poi a Milano, dove il giovane Quintavalle frequentò il liceo. In seguito si iscrisse all’Accademia di Brera, dove studiò sotto la guida di Cesare Tallone, diplomandosi infine in disegno architettonico.
Nel 1915 si arruolò negli Alpini distinguendosi nella Grande guerra e meritando una medaglia d’argento al valor militare per azioni eroiche compiute sul Monte Nero.

Nell’ospedale militare di Alassio, in cui fu ricoverato in seguito a una ferita, conobbe la pianista Gina Mascardi che nel 1919 diverrà sua moglie. L’esperienza esaltante e dolorosa della guerra ispirò all’artista una produzione di poesie, novelle, testi memoriali e romanzi che spesso illustrava con silografie. Tra le varie prove ricordiamo I tre canti eterni, pubblicato presso Hoepli nel 1919, sentimentali composizioni poetiche dedicate alla guerra di trincea e al paesaggio della valle del fiume Tagliamento. Nel 1925 e 1926 pubblicò altri testi sulla Grande guerra illustrati da silografie nella rivista “L’Alpino”, organo dell’Associazione Nazionale Alpini. Quintavalle scrisse e illustrò narrativa per ragazzi come Pantalino di Torrano. Storia quasi vera trovata, narrata, illustrata da Noelqui, (Hoepli, 1918) e Il paese di Zimbum-Zimbum-bum-tai. Fiaba quasi storica in ottonari a rima baciata, stonata, sbagliata male contata e peggio illustrata da Noel Quintavalle (Milano, Hoepli, 1919). Forse l’opera più originale dell’artista come scrittore e illustratore è la favola morale Tutto il mondo è burla, pubblicata nel 1928 dalla casa editrice della rivista L’Eroica di Ettore Cozzani. A corredo del testo, le oltre cento illustrazioni mostrano un segno duro e semplificato, secondo lo stile di Adolfo De Carolis e degli altri celebri silografi che lavoravano per la rivista. Come grafico si dedicò anche alla progettazione di manifesti come l’esemplare pubblicitario per la Fabbrica Italiana Magneti Marelli, conservato nella Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli di Milano (inv. Manifesti, A 364).
Quintavalle dipingeva, fin dai tempi degli studi accademici, praticando una tecnica personale di impostazione divisionista combinata a velature sovrapposte. La sua pittura mostrava una raffinata e poetica ispirazione simbolista, evidente nelle opere presentate nel 1925 alla Mostra d’Arte ferrarese emiliana della Società Benvenuto Tisi: Madonna profana, Adolescente, Prima stella. Tra le positive recensioni contemporanee sarà quella del critico Guido Edoardo Mottini; questi evidenzierà il “divisionismo fuso… cenere azzurra filtrata di etere stellare” ma soprattutto il carattere simbolista che ricorda “i migliori preraffaeliti inglesi” e ritrova alle fonti del simbolismo di Quintavalle probabili ispirazioni musicali, rese possibili dalla moglie suonatrice di pianoforte. Nel 1928 Noelqui presentò alla Mostra d’Arte ferrarese nel Palazzo S. Anna di corso Giovecca un dipinto con una figura femminile (che secondo le recensioni esprimeva ormai un’adesione alle ricerche contemporanee del gruppo Novecento) e altri due paesaggi.
Negli anni trenta espose ripetutamente in mostre personali a Milano, nel 1933 e nel 1936, e a Bergamo (Noëlqui: esposizione personale di pittura alla Galleria Permanente D’Arte, dicembre 1933). Nelle Raccolte d’Arte dell’Ospedale Maggiore di Milano si conserva il Ritratto dell’ingegner Anacleto Mariani eseguito da Quintavalle nel 1938. Il ritratto dell’ingegnere benefattore a figura intera mostra il persistente interesse dell’artista per la resa degli effetti di luce in pittura: il protagonista è infatti ritratto in controsole, con un accurato effetto di penombra sui lineamenti del volto. Il fondo poi è trattato con pennellata fine e brillante che evoca la tecnica divisionista. Dopo questa commissione Quintavalle eseguì un secondo dipinto per l’Ospedale Maggiore di Milano, il Miracolo di san Camillo del Lellis da destinarsi alla cappella del convitto di Niguarda. Anche in questa pala d’altare mostra, soprattutto nel trattamento del cielo e degli effetti atmosferici, un orientamento ancora legato alle teorie del divisionismo, sebbene l’impianto della composizione e l’esecuzione delle figure rivelino uno studio volto a semplificare i volumi, secondo le ricerche del gruppo Novecento. A Milano, anche la Galleria d’Arte Moderna conserva alcuni dipinti di Quintavalle, tra cui Mattina a Ca’Barbaro-Nuvole rotte (1924) e Paesaggio. Nel 1941 pubblica per l’editore Vallardi altri due romanzi: Il direttissimo delle 0, 23 e La notte del 13. Nel 1948 e nel 1950 è protagonista di due mostre personali alla Galleria Ranzini di Milano; nel 1961 espone a Verona nella Galleria Ghelfi. Trascorre l’ultima parte della vita ad Alassio, dove muore il 24 agosto 1977.

Riferimenti bibliografici: Mottini 1925; Mostra del pittore Noël Quintavalle 1933; Noëlqui: esposizione personale 1933; Mostra del pittore Noëlqui 1936; Padovano 1951; Imperatori 1956; Comanducci 1962, vol. III, p. 1291-1292; Caramel-Pirovano 1974, p. 56, nn. 982, 983 tavv. 968, 969; Ospedale Maggiore, Ca’ Granda Ritratti moderni, 1987, pp. 80-81, n. 690 tav. 760; Bringheli 1991, p. 843; Scardino 1993; Segre-Scardino 2004;

(Elisa Montecchi, 2016)