PELLONI TINO

Modena, 1895 – 1981

Tino Pelloni nasce a Modena il 10 agosto 1895 da Antonio, artigiano cappellaio, e Zelinda Campari. Nel maggio del 1904 entra all’Istituto di San Filippo Neri e di San Bernardino dove in seguito, a partire dal 1914, diventerà istitutore.
Nel 1918 partecipa per la prima volta alla Triennale d’Arte di Modena organizzata dalla Società di Incoraggiamento, cui sarà regolarmente presente anche alle successive edizioni espositive della stessa Società, dal 1921 al 1945.
Nel 1919 si iscrive alla Libera Scuola del Nudo, dove stringe amicizia con i pittori Magnavacca, Forghieri, Cappelli e Zoboli. Nel frattempo concorre al Pensionato Poletti per la pittura (quadriennio 1921-24) aggiudicandosi il secondo premio (Modena, Archivio Storico del Comune, atti di amministrazione, anno 1920, b. 914, Eredità Poletti; Modena, Archivio Storico del Comune, atti di amministrazione, anno 1921, b. 953, Eredità Poletti).
Nel corso degli anni venti partecipa a numerose collettive, tra cui quelle organizzate dall’Associazione ‘Famiglia degli Artisti’ (1922, ’23, ’25, ’26, ’29), alla Promotrice di Torino (1925), e alla I Esposizione d’Arte del Sindacato Fascista Artisti di Modena (1928).
Nel 1926 inaugura la sua prima personale presso la sede dell’Associazione ‘Famiglia degli Artisti’. Sono anni questi di sperimentazioni in cui l’artista adotta diversi linguaggi: dal post- impressionismo, molto importante a Modena in quel tempo, al più tradizionale neoseicentismo (Abbondanza, 1929), passando perfino per il gusto novecentista (Ritratto di Egle, 1927). Nel 1929, su incarico del Consiglio di Economia della Camera di Commercio di Modena, parte per la Libia col compito di allestire il padiglione italiano della III Fiera di Tripoli. Nel 1930 espone alla XXV Annuale della Croce Verde e nel 1932 soggiorna per un breve periodo di studio a Nuoro. Nel corso degli anni trenta l’artista continua ad esprimersi in vari linguaggi, ma sempre più si fa strada in lui la lezione di Cézanne e degli impressionisti. Particolarmente importante a riguardo la partecipazione di Pelloni alla Mostra regionale del Sindacato Fascista Belle Arti dell’Emilia Romagna, tenutasi a Forlì nel 1932, in cui l’artista, ispirato da alcune opere presenti, comincia a ripensare al proprio lavoro.
Nello stesso anno è nominato dal Collegio degli Accademici della R. Accademia di Belle Arti socio onorario e nel 1933 tiene una seconda personale a Modena. Numerose sono le mostre collettive cui è invitato: III Mostra Provinciale del Sindacato Fascista Belle Arti (1935), III Centenario tassoniano (1935), Mostra di Paesaggi e Monumenti pittoreschi del modenese (1937), V Mostra Provinciale del Sindacato Fascista Belle Arti (1937), Mostra d’Arte dell’Emilia Romagna (1938), VIII Mostra d’Arte del Sindacato Fascista Belle Arti (1940), Mostra Interprovinciale di Bologna (1942), X Sindacale Provinciale d’Arte di Modena (1943), Mostra dell’Autoritratto dal Cinquecento fino ai giorni nostri promossa dalla Società di Incoraggiamento (1945), Quadriennale di Roma (1946 e edizioni successive fino al ’66).
Non mancano neppure per Pelloni riconoscimenti e nomine importanti. Nel 1940, infatti, riceve il Premio Regionale di Bologna e nel 1946 viene eletto presidente del Sindacato Belle Arti. Nel 1947 partecipa alla I Mostra Nazionale di Pittura ‘Premio Modena’ e in questa occasione gli viene assegnato dalla commissione, formata da Roberto Longhi e Giorgio Morandi, il ‘Premio Ghirlandina’ da dividere ex aequo con Carlo Mattioli. L’anno successivo è segnalato al Premio Michetti per l’opera Colline modenesi e nel 1950 si aggiudica un premio alla IV edizione dello stesso concorso col dipinto Dintorni di Modena (1950). In questi anni entra in contatto con la cosiddetta ‘Scuola di Burano’. In particolare Pelloni stringe amicizia con Pio Semeghini e nel 1946 espone con quest’ultimo ad una collettiva dove erano riuniti i principali esponenti del ‘Chiarismo’.
Nel 1948 è invitato alla XXIV Biennale di Venezia dove espone Pesci sulla spiaggia (1947) e nello stesso anno è presente alla I Mostra Nazionale di Arte Contemporanea di Milano con Fiori nel vaso (1944).Nel 1949 espone sia a Milano presso la Galleria Bergamini insieme a Nereo Annovi (presentazione di Roberto Salvini) che a Modena alla Saletta con un nutrito gruppo di disegni e acquarelli. Nel 1950 partecipa alla XXV Biennale di Venezia (Burano del 1949) e nello stesso anno tiene la terza personale alla Saletta di Modena (presentazione di Franco Allegretti). Nel 1953 espone nuovamente a Milano alla galleria Gavioli (presentazione di Sandro Bergonzoni) e nel ’54 inaugura una piccola antologica all’Istituto S. Filippo Neri (di nuovo presentata da Franco Allegretti). Nello stesso anno riceve il ‘Premio acquisto del Comune di Firenze’ nel Concorso dedicato al Ritratto e sempre nel capoluogo toscano partecipa nel 1955 e nel 1957 alla Mostra Concorso del Ritratto organizzata dal Circolo degli Artisti di Firenze. Ancora nel 1957 Costantino Baroni presenta la quarta personale dell’artista sempre alla Saletta di Modena. Qualche mese dopo Pelloni viene nominato Cavaliere della Corona d’Italia.
Nel 1959 espone al Circolo Artistico di Bologna e nel 1960 a Carpi (personale presentata ancora una volta da Sandro Bergonzoni). Nello stesso anno vince il primo premio al Concorso Nazionale ‘Premio Vallombrosa’ (presentazione di Giuseppe Ungaretti) e due anni più tardi gli vengono assegnati il Premio Marche e il premio Premio di pittura città di Modena. Nel 1963 e nel 1966 altre personali dedicate all’artista si tengono a Finale Emilia (presentazione di Enrichetta Giovanni Cavicchioli) e a Modena (presentazione di Gabriella Guandalini).
Nel 1968 riceve la nomina a Cavaliere della Repubblica e nel 1970 gli viene assegnato a S. Venanzio il Premio Principessa Carlotta. Nel 1971 Enrichetta Cecchi presenta un’antologica nella Sala Comunale di Cultura di Modena (prefazione in catalogo di Francesco Arcangeli).
Nel 1972 l’artista tiene una conferenza sugli impressionisti francesi all’Accademia della Carriola e nel 1973 vince a Firenze il premio ‘Cavalletto d’oro’. Due anni più tardi è insignito della Commenda del Vaticano dell’Ordine di S. Gragorio Magno. Nel 1979 Franco Solmi cura a Soliera l’ultima antologica dedicato all’artista ancora in vita. Tino Pelloni muore a Modena il 20 marzo del 1981.

Riferimenti bibliografici: Cambi 1946; Salvini 1949; Totti, Colloqui modenesi. Tino Pelloni…1950; Arcangeli 1950; Allegretti 1950; Bergonzoni 1953; Allegretti 1954; Bertacchini 1955; Baroni 1957; Minucci 1958; Bergonzoni 1960; Bergonzoni 1962; Cavicchioli 1963; Guandalini 1966; Pelloni 1970; Cecchi 1971; Solmi 1979; Guandalini 1985; Fuoco 1997; Martinelli Braglia, Immagini… 2002; Piccinini – Rivi 2007.

(Giuseppe Virelli, 2008)