PREVIATI GAETANO

Ferrara, 1852 – Lavagna, 1920

Nasce a Ferrara il 31 agosto 1852 da famiglia di origini piccolo borghesi; nel 1870 si iscrive al Civico Ateneo di Ferrara, dove segue l’insegnamento di Gerolamo Domenichini e Giovanni Pagliarini. Dal 1873 al ’76 è a Livorno per il servizio militare e, dopo una breve parentesi fiorentina, si sposta a Milano per frequentare l’Accademia di Brera, sotto la guida di Giuseppe Bertini e insieme all’amico Giuseppe Mentessi.

I temi delle sue opere sono influenzati dalla letteratura romantica e dall’opera lirica, e, in linea col romanticismo storico in voga all’epoca, risultano connotati da atmosfere patriottiche, storiche e drammatiche. Nel 1879 vince il prestigioso Premio Canonica per la pittura di storia con Gli ostaggi di Crema, non senza qualche riserva da parte della commissione, che giudica l’opera troppo lontana dagli insegnamenti accademici. Il dipinto, di grande impatto emotivo, risente dell’influenza della Scapigliatura, in particolare di Cremona, nei toni fortemente drammatici e nella stesura del colore, quasi a spatola, con forti effetti chiaroscurali; evidente anche l’assimilazione dell’insegnamento di Morelli, che Previati doveva conoscere almeno attraverso le illustrazioni, e secondo il quale gli artisti devono ‘dipingere cose vedute e immaginate ad un tempo’. È possibile ravvisare in questa fase un tentativo da parte del ferrarese di rinnovare la pittura di storia attraverso opere focalizzate su pochi elementi specifici, in cui la descrizione dei fatti è solo evocata.
Intorno al 1890 rimane affascinato dalla maniera pittorica di Dante Gabriele Rossetti e in quel periodo realizza una serie di disegni ispirati ai Racconti di Edgar Allan Poe. A poco a poco l’artista si allontana dalle influenze del linguaggio tardo romantico per avvicinarsi a un’estetica simbolista e decadente, come appare chiaro da opere quali Le fumatrici di haschisch del 1887 e Cleopatra dell’anno successivo. Nel 1889 comincia a frequentare il gallerista Grubicy e realizza la tela Maternità, ispiratagli dall’ambiente divisionista ed esposta alla Triennale di Brera del 1891, dove viene fortemente contestata dalla critica; lo stesso Grubicy interviene per difendere l’opera, caratterizzata da lunghe pennellate filamentose ed effetti di luce che dissolvono le forme accentuando la dimensione spirituale. Grazie a questa tela Previati viene invitato a Parigi al Salon della Rose-Croix, circolo ispirato da idee mistico-simboliste, entrando in contatto con la pittura di Moreau. Negli anni Novanta realizza molte opere in cui perfeziona la tecnica divisionista ma che non incontrano il favore del pubblico, attraversando un periodo problematico dal punto di vista economico. Convinto assertore della valenza intimistica dell’opera d’arte, egli ritiene che l’artista debba anzitutto ascoltare se stesso senza allontanarsi dallo studio della natura, ed esprimersi attraverso un nuovo linguaggio senza però rompere con la tradizione.
Negli stessi anni lavora all’illustrazione dei Promessi sposi, vincendo il concorso per la nuova edizione Hoepli. Tra il 1895 e il 1914 partecipa regolarmente alle Biennali di Venezia, dove gli saranno concesse due personali nel 1901 e nel ’12. Nel 1898 stipula un contratto con Grubicy che gli consente di dedicarsi con maggior costanza alla pittura e di soggiornare in Liguria per alcuni periodi: la galleria promuove la sua opera favorendone la partecipazione a rassegne nazionali e straniere, organizzando mostre personali ed avvalendosi di pubblicisti quali Domenico Tumiati e Vittorio Pica. Attraverso Grubicy il pittore può partecipare nel 1902 all’esposizione della Secessione di Berlino e al Palazzo delle Belle Arti a Milano, e nel 1905 alla Quadriennale di Monaco, dove vince una Medaglia d’oro; due anni dopo realizza con Nomellini, Chini e De Albertis il progetto della ‘Sala del sogno’ alla Biennale di Venezia e partecipa alla mostra Salon des peintres divisionnistes organizzata da Grubicy a Parigi. Tematiche predilette sono quelle a carattere religioso e allegorico, riconducibili agli esempi dei simbolisti europei, prevalentemente incentrate sulle figure della Vergine e di Cristo. Da non dimenticare la sua attività di teorico testimoniata da saggi quali Della Pittura o Principi scientifici del divisionismo. Data al 1910 un’ampia rassegna dedicata all’artista, organizzata da Grubicy nella sede della Società Permanente, che comprende oltre duecento opere: la mostra, completata tra l’altro da un ciclo di conferenze sull’arte di Previati, viene fortemente pubblicizzata attraverso i mezzi di comunicazione, proponendo il pittore come il massimo esponente del Divisionismo. L’anno è quello del Manifesto dei Pittori Futuristi e non pare un caso che poco dopo la rassegna previatesca Boccioni realizzi due opere quali La città che sale e Lutto: mentre Previati tende però ad una nuova forma di spiritualità, Boccioni tenta di fermare sulla tela sensazioni e ‘stati d’animo’ – titolo di una sua famosa serie – senza mai evadere dalla sfera del sensibile. Delle opere di Previati, non sono i contenuti a rappresentare un modello per le avanguardie: vero elemento innovativo è la tecnica, quel tratteggio funzionale all’impressione del movimento che anticipa il dinamismo futurista. Nel 1911 l’artista rinnova il contratto con Grubicy, scaduto nel 1908; viene fondata la Società per l’arte di Gaetano Previati ed organizzata una mostra itinerante in Italia e in Europa con un notevole numero di opere. Negli anni Dieci espone per tre volte alla Permanente di Milano, ma nel 1917, colpito da una malattia e da una serie di lutti familiari, abbandona la pittura; nel 1919 gli viene dedicata una grande mostra monografica a Milano. Muore a Lavagna l’anno seguente.

Riferimenti bibliografici: Gaetano Previati (1852-1920). Mostra antologica 1969; Parisi (scheda) in Divisionismo Italiano 1990, pp. 230-251, 455-456; Marelli (scheda) in Pirovano 1992, pp. 1030-1031; Mazzocca 1999; Guidi-Pacelli-Vorrasi 2012, pp.62-68, 116; Caroli 2015, pp. 48-51, 176-179, 250.

(Francesca Fontana, 2016)