RASPONI GIULIO

Modena, 1947

Giulio Rasponi inizia a dipingere negli anni Sessanta da autodidatta frequentando il Circolo Culturale Artistico “Il Muraglione”. Conosce allora Tino Pelloni, frequenta il suo studio e, saltuariamente, quando il lavoro di operaio lo permette, anche le lezioni del maestro all’Istituto S. Filippo Neri di Modena. Le tracce dell’insegnamento di Pelloni trapelano solo in parte nella pittura di Rasponi, fatta di pennellate dense di colore, e una ricchezza cromatica di speciale intensità. Il Vaso con fiori (1980) nella Raccolta Assicoop, è dipinto a olio su compensato con un fondo in tonalità chiara che accende il blu violetto delle corolle. Nel Vaso di fiori che l’artista eseguì negli anni Settanta, in memoria della figlioletta scomparsa all’età di cinque anni, la cromia tenue degli steli secchi, il giallo pallido dell’insieme è interrotto dai grandi boccioli di un rosso così buio da divenire quasi nero.
Rasponi usa in particolare i toni più profondi del rosso e del blu secondo un linguaggio che evoca esempi modenesi e nazionali dell’espressionismo figurativo fiorito tra anni Trenta e Cinquanta. L’ispirazione di Rasponi è attiva e sensibile soprattutto sul colore, come si percepisce osservando il paesaggio Omaggio a Miti Zanetti (Raccolta Assicoop) che propone un’interpretazione personale dei toni violetti e delle luci serali del famoso artista modenese. Negli ultimi decenni Rasponi studia anche i maestri dell’informale affiancando alla ricerca sul colore una riflessione sulla qualità materica della pittura, che versa pura su tavole di compensato. Tra gli anni Settanta e Ottanta Arrigo Brombin, cronista d’arte sulle colonne della Gazzetta di Modena, ha favorito la fortuna espositiva e critica di Rasponi. Nel dicembre 1983 Brombin redige un breve curriculum dattiloscritto, in cui apprendiamo la gran parte delle notizie sulla vicenda di Rasponi. Sappiamo così che dalla fine degli anni Settanta si distingue in numerose gare di pittura estemporanea in città e in provincia a partire da quelle nel Circolo Culturale Artistico “Il Muraglione” nel 1978 e 1982 quando è anche primo classificato sia alla estemporanea “In riva al Po” di Scorzarolo di Mantova sia alla Prima Estemporanea “Giardini Pubblici” di Modena e all’Estemporanea di Pittura di Massa Finalese. E’ presente anche all’Estemporanea di Pegognaga (1982), di Riva di Suzzara (1983), e di Villa Sorra (1983). La sicurezza tecnica mostrata nei numerosi premi di pittura estemporanea traspare anche negli esiti positivi ai concorsi in provincia e in ambito regionale: dalla segnalazione al Premio Nazionale di Pittura Città di Mirandola (1980), alla medaglia vinta alla Rassegna di Pittura di San Martino Spino (1980 e 1982), dal premio acquisto al Concorso di Pittura Città di Formigine (1982) al primo posto con una Natura morta acquistata dalla Banca Popolare di San Felice sul Panaro in occasione del ventiquattresimo concorso di Pittura di Massa Finalese (1983). Partecipa al Premio d’Autunno dell’Associazione Culturale Liberi Artisti Ferraresi (1982), infine è premiato al Concorso di Pittura Cristoforo Marzaroli a Salsomaggiore Terme sia nel 1982 sia nel 1983. Partecipa anche a mostre e concorsi nazionali, vincendo nel 1981 una medaglia d’argento al Concorso Nazionale di Pittura Città di Verrucchio (Rimini). Nel 1982 vince una coppa del Comune di Milano al Concorso Nazionale di Pittura di San Benedetto Po organizzato in occasione del Festival dell’”Avanti”, guadagna la segnalazione alla Biennale Nazionale di Pittura e Grafica R. Ferruzzi di Torreglia (Padova), infine si aggiudica la medaglia d’argento al Concorso Nazionale di Pittura, Grafica e Scultura “Città di Vigonza” (Padova). Nel 1983 vince il terzo premio acquisto alla Mostra Internazionale di Pittura, Grafica e Scultura di Colleferro, si segnala al Concorso Internazionale Città di Cervia e al Concorso Nazionale di Pittura e Grafica di Fontanelle (Parma).

Riferimenti bibliografici: Speciale Arte…1983; Brombin 1983 (documento dattiloscritto); Venticinque anni del Premio di pittura…1984. Le notizie sono in gran parte tratte da documenti conservati presso l’abitazione dell’artista.

(Elisa Montecchi, 2010)