Quartirolo di Carpi (Modena), 1882 – Modena, 1953
Arcangelo Salvarani nasce a Quartirolo di Carpi il 24 ottobre 1882, unigenito figlio di Amadio, di professione facchino, e Ermelinda Quartieri, di professione trecciaia. Ancora bambino, tra 1896 e 1897, rimane orfano di entrambi i genitori; accudito in prima istanza dai vicini di casa e affidato in un secondo momento ad alcuni lontani zii, nel 1888 entra nell’orfanotrofio di San Filippo Neri di Modena. Tra 1896 e 1902 frequenta, a spese dell’Orfanotrofio, il Regio Istituto di Belle Arti di Modena (Modena, Archivio di Stato, Fondo Istituto d’Arte A.Venturi, b. 178, Ruolo degli alunni ammessi al Regio Istituto di Belle Arti in Modena) sotto la direzione di Antonio Simonazzi e, nel 1901, nell’ambito della Mostra Triennale della Società di Incoraggiamento di Modena, riceve il premio di incoraggiamento riservato agli studenti del Regio Istituto di Belle Arti.
Non essendo nato nel contado di Modena, non può partecipare, per norma statutaria, al concorso del Pensionato Poletti; tuttavia la raccolta civica di fondi ‘Pro Salvarani’ gli permette di recarsi a Firenze nel 1902 per perfezionarsi presso la Scuola Internazionale del Nudo, dove ha l’occasione di conoscere l’ormai anziano e affermato Giovanni Fattori. Nel 1907 le sue opere vengono premiate a Bologna nell’ambito della Mostra del Cenacolo del Francia. Durante il soggiorno fiorentino entra in contatto con la nobile famiglia polacca Wendrychowscki, a seguito della quale, in qualità di precettore artistico del figlio minore, tra 1908 e 1914 si sposta tra le città di Kiev, Varsavia e Cracovia. Stringe così importanti legami con l’ambiente artistico ucraino e polacco, facendo propria la lieve e raffinata tecnica dell’acquarello e riscuotendo riconoscimenti via via sempre crescenti. In patria prende parte alle quattro edizioni della Triennale della Società di Incoraggiamento di Modena antecedenti allo scoppio della prima guerra mondiale; nell’edizione del 1912 riceve la medaglia d’argento nella sezione ‘pittura-bianco e nero’. La guerra interrompe temporaneamente la carriera di Salvarani: arruolato nel 1915, nel 1917 è internato nel campo di prigionia di Marchtrenk, dove tuttavia, con mezzi di fortuna, riesce a fissare sulla carta gli Episodi della vita nella prigionia, rapidi e intensi schizzi, frammenti della terribile quotidianità della guerra. A guerra terminata rientra a Modena dove inizia a imbastire il suo futuro. Prende parte assiduamente a tutte le edizioni della Triennale della Società di Incoraggiamento di Modena tra 1918 e 1950, anno in cui, proprio nell’ambito della Triennale, si tiene la personale dell’artista; nel 1918 espone a Palazzo Bonora e tra 1919 e 1920 partecipa a Reggio Emilia alla Mostra Nazionale d’Arte tra ex combattenti. Nella primavera del 1920, in occasione della mostra Mutina Ars, presso la Serra del Giardino pubblico, il Comune di Modena acquista il dipinto di Salvarani Chiesa di Montecorone. Nei primi anni venti inizia a dedicarsi al ritratto dell’aristocrazia e della ricca borghesia modenese, realizzando, ad esempio, il raffinato Ritratto di Resy nel 1921 e dieci anni più tardi il Ritratto della Signorina Tagliazucchi (Raccolta Assicoop Modena – Unipol); inoltre si occupa di decorazione di chiese, palazzi e teatri, ottenendo così la nomina di insegnante di Decorazione pittorica murale presso l’Istituto di Belle Arti di Modena. Nel 1924 ottiene riconoscimenti dall’ambiente accademico, essendo nominato commissario per il Premio Poletti (incarico ricoperto anche nel 1928, 1929, 1933, 1937 e 1941), dall’ambiente artistico, partecipando insieme a Mario Vellani Marchi all’Esposizione Reale a Monza, e soprattutto dalla critica e dal pubblico, in seguito alla sua mostra personale presso la Sala dei Mori del Castello dei Pio di Carpi. Tra il secondo lustro degli anni venti e il primo lustro degli anni trenta progetta e realizza la decorazione del Teatro Sociale di Novi di Modena e del Teatro di Concordia sulla Secchia. Negli anni trenta, mantenendo l’incarico presso l’Istituto d’Arte di Modena, può liberamente dedicarsi agli amati acquarelli nello studio che era stato di Gaetano Bellei, realizzando, ad esempio, Palazzo Comunale sotto la neve e Lavoro nei campi (entrambi ora nella Raccolta Assicoop Modena -Unipol); in questo modo partecipa alla Mostra Internazionale degli Acquarellisti di Milano del 1930 e alla Mostra degli Acquarellisti Italiani, presso la Galleria Rizzini di Milano, nel 1939. Nel 1932 la Casa d’Arte di Livorno gli dedica una personale. Negli anni quaranta continua a lavorare soprattutto con il medium dell’acquarello, studiando, tra l’altro, costumi di scena teatrali (come mostrano i quattro bozzetti per la tragedia Madame Roland della Raccolta Assicoop Modena – Unipol); nel 1948 espone a Modena presso la Saletta degli Amici dell’Arte, curando personalmente i testi allegati alle opere, e l’anno successivo partecipa alla Mostra Sindacale di Pittura e Scultura di Modena. Nel frattempo inizia a studiare de visu il disagio psichico, traducendolo in ruvidi ritratti di volti sofferenti: il lavoro viene presentato nel 1950 a Verona nell’ambito della mostra ‘L’Arte nella Medicina’. Nello stesso anno partecipa alla Mostra d’Arte Sacra di Roma. Arcangelo Salvarani muore a Modena il 18 maggio 1953; nello stesso anno, per commemorarlo, nell’ambito della Triennale della Società di Incoraggiamento, si apre un’ampia retrospettiva. Seguono tre mostre personali postume: nel 1971 a Carpi, presso il Castello dei Pio, nel 1977 a Modena, presso la Galleria Farini, e nel 2000 a Spilamberto, presso Palazzo Fabriani.
Riferimenti bibliografici: I premiati…1901; Coen 1906; La chiusura delle feste…1907; Coen 1912; Alla mostra d’arte…1920; Ego 1921; La I mostra d’arte…1922; Arcangelo Salvarani…1932; Bozzetti…1948; Montanari 1948; Attività di artisti…1950; Arcangelo Salvarani 1971; Garuti (scheda) in Guandalini 1990; Raimondi- Zanfi 1999, pp. 158-159; Fuoco 2000; Garuti in Colli 2000; Rossi (scheda) in Martinelli Braglia-Rossi 2004, p. 50; Garuti (scheda) in Barbolini Ferrari – Garuti 2005, pp. 120-121; Manicardi 2005.
(Elisa Bellesia, 2008)