SEMPREBON BRUNO

Modena, 1906 – 1995

Bruno Semprebon nasce a Modena il 7 marzo 1906, figlio di Augusto e di Giovanna Cocchi (Modena, Archivio Storico del Comune, Atti Amministrativi, 1925, b. 1092, Eredità); la professione del padre, marmista, induce Semprebon fin da bambino a cimentarsi con la scultura. Nel primo lustro degli anni venti, dopo gli studi basilari, si fa impartire lezioni private di disegno e mitologia (Modena, Archivio Storico del Comune, Atti Amministrativi, 1928, b. 1206, Eredità) e nel 1925 partecipa per la prima volta al Concorso Poletti nella sezione scultura con lo pseudonimo ‘Tizio’, presentando il saggio Muzio Attendolo in atto di lanciare la scure, classificandosi secondo dietro Leo Masinelli.
Nel 1928 partecipa per la seconda volta al Premio Poletti, in questa occasione nella sezione pittura, con lo pseudonimo ‘Lux’, presentando Tosca-La morte di Scarpia come tema del concorso e Vasaio al tornio come prova ex tempore, non ottenendo tuttavia alcun riconoscimento (Modena, Archivio Storico del Comune, Atti Amministrativi, 1928, b. 1206, Eredità). Infine nel 1929 è presente per la terza volta al Concorso Poletti, di nuovo nella sezione scultura, con lo pseudonimo ‘S.V.A.V.’ (Modena, Archivio Storico del Comune, Atti Amministrativi, 1929, b. 1239, Eredità), e raggiunge il primo premio con Lanciatore di giavellotto come tema del concorso e Ercole in riposo come prova ex tempore. Durante gli anni del perfezionamento tra Roma, Firenze e Milano si accosta nuovamente alla pittura e dal 1934 porta avanti la propria ricerca personale servendosi contemporaneamente sia del medium scultoreo che di quello pittorico. Negli anni trenta e nei primi anni quaranta l’attività artistica di Semprebon si mantiene costante e incontra il netto favore di pubblico e committenza, sebbene la sua riservatezza lo induca ad un atteggiamento schivo e defilato. Partecipa assiduamente alle mostre triennali della Società di Incoraggiamento di Modena (dalla XXII alla XXVIII edizione consecutivamente) e del Sindacato fascista di Belle Arti. Nel 1932 si tiene la prima mostra personale a Modena in Palazzo Solmi e pochi anni dopo, nel 1935, vince il primo premio al Concorso Cavazzoni con la realizzazione del quadro a tema storico Trionfo di Manfredi quando portò a Modena la secchia rapita; tra la fine degli anni trenta e i primi anni quaranta Semprebon partecipa alle tre edizioni consecutive del prestigioso premio Cremona, istituito nel 1939 con fini propagandistici. Nel pieno della propria ricerca artistica, tra il Concorso Cavazzoni e il Premio Cremona, Semprebon realizza a pennellate larghe e decise L’Ubriaco (Raccolta Assicoop Modena – Unipol) dai toni freddi, cupi ed uggiosi. Semprebon riceve negli anni diverse commissioni religiose per le parrocchie della Diocesi di Modena e non solo; tra i primi lavori, nel 1938, realizza le decorazioni su tela per la Pieve di Solara e poco dopo, nel 1941, la Pala del Sacro Cuore e la statua di San Francesco per la chiesa di San Francesco di Modena. Agli anni trenta risale anche la pala di Sant’Omobono per la chiesa di San Domenico di Bologna. Dopo la conclusione della seconda guerra mondiale la poetica artistica di Semprebon rimane sostanzialmente fedele alle precedenti esperienze, essenzialmente legata ad una visione intimistica della realtà, con venature di sospensione metafisica. Nel 1949 è nominato membro della Commissione di vigilanza sui parchi e giardini del Comune di Modena e contestualmente alcuni suoi dipinti vengono esposti sia alla Saletta degli Amici dell’Arte di Modena che nella Sala del Collegio San Carlo; inoltre partecipa alla Mostra annuale del sindacato di Belle Arti. La Saletta ospiterà opere di Semprebon anche nel 1951. Tra la fine degli anni quaranta e l’inizio degli anni cinquanta, insieme a Tino Pelloni, Claudio Spattini, Pompeo Vecchiati e Ghigo Zanfrognini, fonda il Sindacato di Belle Arti. Nel 1951 partecipa insieme a Mario Gherardini, Leo Masinelli e Claudio Spattini all’annuale mostra sindacale. Per oltre un decennio, tra 1953 e 1964, insegna Disegno d’ornato e plastica alla Scuola serale di disegno per artigiani presso l’Istituto d’Arte Venturi. Trascorre gli anni cinquanta, sessanta e settanta del Novecento continuando a lavorare in modo costante per privati acquirenti o committenti religiosi e partecipando a mostre non solo locali, come dimostra la presenza di opere del maestro alla mostra The Italian Dream presso la Atkinson Art Gallery di Soutport e l’Università di Liverpool; al 1987 risale la mostra personale, tenuta presso il Centro Studi L. A. Muratori di Modena. Bruno Semprebon muore a Modena il 22 aprile 1995 e nel 1998 si tengono, in suo ricordo, due mostre presso la Sala delle Dame dell’Istituto d’Arte Venturi e alla XXXVII Rassegna d’Arte nell’ambito di Modena Esposizioni. Recentemente il Museo Civico d’Arte di Modena ha dedicato all’artista una personale tesa ad indagare l’opera compresa tra gli anni Trenta e Cinquanta, mentre la figlia Franca ha realizzato una ricca monografia sull’opera del padre dagli esordi alle ultime realizzazioni.

Riferimenti bibliografici: Gattolin 1950; Raimondi ‘ Zanfi 1999, pp. 159-160; Stefani in Piccinini ‘ Rivi 2001; Piccinini Rivi 2005; Semprebon 2005.

(Elisa Bellesia, 2008)