SPATTINI CLAUDIO

Modena, 1922 – Parma, 2010

La pittura di Claudio Spattini matura sulle principali proposte estetiche dell’arte figurativa italiana del Novecento. Tramite gli studi all’Istituto d’Arte Adolfo Venturi di Modena tra il 1935 e il 1941 con il maestro Renzo Ghiozzi, il giovane artista conosce l’arte di Amedeo Modigliani e Arturo Martini, e guida così le sue ricerche verso una figura stilizzata, bidimensionale, dai contorni puri; ne sono esempio l’Autoritratto (1940, collezione privata) o il Ritratto di Bona Tibertelli (1945, collezione privata). L’interesse per la semplificazione formale proposta dal primitivismo di Modigliani e soprattutto dei post-cubisti si rinnova negli anni del dopoguerra: nel 1959 esegue ad esempio La raccolta del caffè (1959, Raccolta Assicoop), un dipinto a olio su tavola eseguito in una gamma cromatica bruno verde, dalle profondità appiattite su pochi piani. Come informa Graziella Martinelli Braglia nel catalogo della mostra Claudio Spattini.
I maestri e gli amici (Modena 2001), l’artista è assistente di Ghiozzi, nel periodo in cui le lezioni del professore toscano si trasformano in vere accademie spontanee di pittura frequentate da allievi come Bona Tibertelli, la nipote di Filippo de Pisis, Mario Venturelli, Ermanno Vanni, ma anche da artisti sempre più affermati come Pompeo Vecchiati, Marino Quartieri, Vittorio Magelli. Grazie alla mediazione di Ghiozzi e di Magelli, che negli anni Trenta aveva frequentato lo studio di Mafai, Spattini conosce le proposte espressioniste della Scuola Romana. Dà così origine a un particolare filone della sua pittura che sviluppa una pennellata carica di colore dai toni smaglianti, a volte puri, come si vede in Tramonto (1957-1958) conservato con Natura Morta (1957-1958) nella Raccolta d’Arte della Provincia di Modena. Accanto all’attività di assistente di Ghiozzi all’Istituto d’Arte Adolfo Venturi, coltiva gli studi di pittura e incisione all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove frequenta lezioni di Virgilio Guidi, e si appassiona all’insegnamento di Giorgio Morandi. Il noto rigore compositivo dell’arte del grande pittore stimola l’ispirazione di Spattini soprattutto nel genere della natura morta, dove esegue opere di meditata purezza formale come Natura morta (1961) della Galleria d’Arte Moderna di Firenze o la Natura morta già nella collezione Umberto Severi di Carpi. Negli anni Sessanta Spattini sperimenta la tecnica dell’olio magro sabbiato, una materia pittorica dalla consistenza ruvida e terrosa con cui realizza dipinti come Conchiglie (1965, collezione privata), nei toni del grigio e del bruno che esaltano la definizione grafica delle forme della composizione.
Dal 1940 Spattini espone a Modena con frequenza sempre maggiore: partecipa ai Prelittoriali dell’Arte, dove si aggiudica il II Premio di Pittura nel 1941; nel 1942 espone a tre mostre tra cui la IX Mostra Sindacale d’Arte e XXVI Triennale della Società d’Incoraggiamento; nel 1945 partecipa alle iniziative della Società d’Incoraggiamento per gli Artisti della provincia di Modena, tra cui la Mostra dell’Autoritratto e la XXVII Triennale. Dal 1947 è attiva in città l’Associazione degli Amici dell’Arte, l’importante cenacolo culturale che ispira tutte le attività artistiche più innovative, promuovendo anche mostre di risonanza nazionale. Spattini è presente alla Mostra collettiva di artisti modenesi organizzata nel 1947-1948 dall’Associazione degli Amici dell’Arte a Modena, nella Saletta del Caffè Nazionale. Dal 25 marzo al 2 aprile 1948 nella stessa sede è protagonista di una mostra con gli amici pittori Enzo Trevisi e Mario Venturelli, con cui intesse un sodalizio artistico decisivo soprattutto nei primi anni di carriera, ricordato poi in numerose mostre retrospettive nel 1967 (Modena, Galleria La Sfera con presentazione di Luciana Leonelli), nel 1995 (Modena, Galleria Punto Arte con presentazione di Mario Cadalora), nel 1996 (Modena, Istituto d’Arte “Adolfo Venturi”), 1999 (Vignola, Galleria Barozzi). Spattini è presenza assidua alle mostre collettive dell’Associazione degli amici dell’Arte: nel 1948, quando è presente al Premio La Saletta e la mostra Vedute di Modena; nel 1953 alla Mostra del ritratto femminile e Bozzetti per una Natività; nel 1954, alla mostra Fiori; nel 1956, a Paesaggi dell’Appennino e Nature Morte. E’ poi protagonista anche di esposizioni personali, allestite con la collaborazione dell’Associazione degli amici dell’Arte: nel 1952 Dipinti di Claudio Spattini con testo di Renato Bertacchini, nell’ aprile 1958 la mostra Spattini alla Saletta con testo di Roberto Tassi, nel dicembre 1971 Claudio Spattini con testo di Ilario Rossi. Nel 1951 è tra gli artisti presenti alla IV Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma. Nel settembre 1957 vince un premio acquisto per Podere nella collina parmense alla Biennale di Milano, dove sarà presente anche nel 1962. Un elenco delle numerose esposizioni personali, che hanno avuto luogo soprattutto a Modena, Carpi, Correggio, Reggio Emilia, Parma, Cremona, ma anche nel 1970 presso l’Istituto Italiano di Cultura di Colonia, si trova nel catalogo della mostra del 2001 Claudio Spattini. I maestri e gli amici e una bibliografia aggiornata si può rintracciare nel catalogo Pittura d’inchiostro. I monotipi di Claudio Spattini curata dal Museo Civico d’Arte di Modena nel 2008. Nell’agosto 2010 Spattini si spegne a Parma, dove viveva ormai dal 1954.

Riferimenti bibliografici: Rota 1940; La Mostra dei Prelittoriali … 1941; Festa d’arte e colori …1942; Cambi 1945; Cavicchioli 1947.; Mostra dei Pittori Claudio Spattini, Enzo Trevisi, Mario Venturelli…1948; Dipinti di Claudio Spattini alla Saletta con testo di R. Bertacchini, Modena 1952; Spattini alla Saletta 1958; 1947-1967 Vent’anni dopo… 1967; Guandalini 1990, p. 36 nn. 38 e 39, p. 191-192; Claudio Spattini con testo di I. Rossi, Modena 1971; La saletta degli Amici dell’Arte 1992, pp. 113-114, 121, 134; Ottocento e Novecento a Modena…1997, fig. 105-106 p. 227-228, p. 241; Barbieri 1997, pp. 27-30, 38-39, 43, 45, 47, 49, 62; Claudio Spattini, i maestri … 2001 (con elenco delle esposizioni); Pittura d’inchiostro…2008 (con bibliografia); Fuoco 2010.

(Elisa Montecchi, 2010)