BARBERINI SILVESTRO

Note di restauro. Ragazzo Seduto e Ragazza Seduta. Le statue di Barberini raffiguranti due giovani vestiti all’antica sono giunte in laboratorio in uno stato di evidente degrado: la testa della donna era staccata e una spessa coltre di polvere copriva la superficie di entrambe le statue, in particolare nella zona delle basi.

Dopo un’attenta analisi generale si è proceduto a un’accurata operazione di spolveratura (con pennelli morbidi e aspirapolvere), necessaria anche per una corretta verifica dello stato di conservazione. È così parso evidente lo stato di profonda consunzione dei piedi e del basamento della figura femminile, la mancanza di diverse dita in entrambi i soggetti, la mancanza di parte del naso di lei e mancanze di varia entità nella parte inferiore della base di lui. Sono però venute alla luce anche leggere tracce di policromia, in particolare nelle foglie e nei tralci. Inoltre tutta la superficie presentava macchie e incrostazioni di varia natura. Si è quindi proceduto a prove di pulitura con l’obiettivo di definire la modalità migliore di rimozione dello sporco e delle macchie; alla luce di tali prove si è scelto di intervenire combinando una azione meccanica e l’applicazione di solventi, differenziando le applicazioni per meglio omogeneizzare la superficie scultorea.
Al termine della pulitura si è proceduto al consolidamento della base della figura femminile che, per una presumibile esposizione ad acqua e umidità, tendeva a sfaldarsi in scaglie perdendo cosi la sua forma originale; ripetuti impacchi di resina organica hanno permesso di fermare l’avanzare del processo di deterioramento. Terminata questa fase è stata ricollocata la testa della donna e si è proceduto nella ricostruzione delle parti mancanti: si è deciso in accordo con il committente e nel rispetto delle opere di procedere su quelle parti che aiutassero la corretta leggibilità delle sculture (le dita di entrambe le figure, il naso della donna e alcune parti della base dell’uomo). Per i piedi e la base della figura femminile, purtroppo molto danneggiati, non si è eseguita alcuna integrazione, valutando che l’intervento sarebbe risultato troppo invasivo. L’utilizzo di resine modellabili e stucchi colorati in pasta con pigmenti naturali ha permesso di ottenere una tinta simile all’originale ma comunque distinguibile a un esame più attento. Una leggera integrazione pittorica attraverso velature ha permesso infine di omogeneizzare questi interventi, sempre nel rispetto dell’integrità delle opere e della loro conservazione. (Regina Ferrari)